Libertà di stampa: l’Italia migliora, ma i toni politici non aiutano
Diminuiscono i Paesi sicuri per i giornalisti: a renderlo noto è Reporters Sans Frontières, che denuncia un «crescente incitamento a gravi e frequenti atti di violenza, che hanno alimentato un livello di paura e pericolo senza precedenti per i giornalisti». Questo accade parallelamente ai crescenti tentativi di controllo sui media da parte degli regimi autoritari, secondo i redattori di Rsf.
I giornalisti italiani e le mafie
Intanto, l’Italia, sale di tre posizioni, passando dal 46esimo al 43esimo posto. Secondo i redattori della classifica, «il livello di violenza nei confronti dei giornalisti è allarmante e continua a crescere, specialmente in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, così come a Roma e nella regione circostante».
Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev –agenziavista.it
Malgrado ciò, però, esistono casi come quelli di Paolo Borrometi, uno dei venti giornalisti italiani attualmente sotto protezione della polizia, «a causa delle gravi minacce e dei tentativi di omicidio da parte della mafia o da gruppi di estremisti». Malgrado le condizioni di pericolo, «questi giornalisti coraggiosi e determinati continuano comunque i loro rapporti investigativi».
I giornalisti e le critiche dei Cinque Stelle
Nel report poi vengono trattate le criticità della politica italiana. Nel report si legge: «Molti giornalisti sono stati criticati e insultati in relazione al loro lavoro da politici, in particolare da membri del Movimento Cinque Stelle (M5S), che li hanno definiti "sciacalli inutili" e "puttane”», fattore che non aiuta la risalita dell’Italia nella classifica sulla libertà di stampa.
Roberto Saviano e Matteo Salvini: il caso della scorta
Nel report si legge poi: «Come risultato dei loro rapporti o delle opinioni che hanno espresso, alcuni giornalisti sono stati minacciati dai politici con il ritiro della protezione della polizia che hanno ricevuto per anni, denuncia infine il report». Il riferimento è ovviamente alla minaccia di revoca della scorta rivolta a Roberto Saviano dal vicepremier leghista Matteo Salvini.
Lo stato della libertà di stampa a livello globale
Dal punto di vistaglobale, la maggior parte dei Paesi presenta un livello di allerta alto, se non altissimo (colore nero), come accade in Cina, dove «sorveglianza e manipolazioni orwelliane dell’informazione sono più che allarmanti». Fanalino di coda nella classifica il Turkmenistan, che ha scalzato la Corea del Nord all’ultimo posto.
L'Europa
Il Nord Europa si conferma il miglior luogo per svolgere il mestiere del giornalista: Norvegia, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca. I Paesi che rispetto all’anno scorso presentano maggiori criticità sono Serbia, Montenegro, Ungheria, Malta (dove è stata uccisa la giornalista Daphne Caruana Galizia) e Slovacchia (dove è stato ucciso il giornalista Jac Kuciak, che investigava sui rapporti tra mafia e governo).
Foto copertina rsf.org | La mappa sulla libertà di stampa 2019