Radio Padania rinuncia a 115mila euro di fondi pubblici
L'emittente radiofonica della Lega ha rinunciato allo stanziamento da 115milaeuro che sarebbe arrivato dal ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio. Secondo il quotidiano La Repubblica,con una mail notturna Radio Padania ha chiesto al Mise il ritiro dell'accesso al contributo pubblico per l'editoria relativa al 2017 (e non ancora erogato).
Già a gennaio era partita la polemica politica, con il ministro Di Maio accusato dalle opposizioni di erogare fondi per la radio leghista.«Oggi Repubblica e la Boldrini mi attaccano sul finanziamento a Radio Padania. Ho predisposto un supplemento di istruttoria sulle radio politiche che otterranno questi finanziamenti grazie al bando del governo Gentiloni. Praticamente i soldi a Radio Padania glieli ha dati il Pd. Che geni!» aveva detto il vicepremier.
L'importo che spettava a Radio Padania era passato (dopo il ricalcolo) da 70 a 115mila euro.«Abbiamo voluto evitare polemiche», ha spiegato l’editore Davide Franzinia Repubblica. «Ci siamo riuniti e abbiamo preferito fare così. Salvini non c’entra, è stata una scelta nostra».
Matteo Salvini in passato aveva usato Radio Padania come palestra per migliorare le abilità comunicative: la sua trasmissioneradiofonica dell'esordio si chiamava«Mai dire Italia». Una narrazione provocatoria del Paese, in cui non c'era spazio nemmeno per il sostegno alla Nazionale di calcio.
Sempre dai microfoni di via Bellerio, il governatore lombardo Attilio Fontana nella campagna elettorale per le regionali del 2018aveva detto: «Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata. Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti». Solo dopo erano arrivate le scuse ufficiali.
La notizia della rinuncia ai fondi pubblici arriva proprio nel momento in cui sono forti le polemichesu un'altra emittente radiofonica, Radio Radicale. Il 20 maggio scadrà la convenzione e il sottosegretario Crimi, parlando anche a nome del Mise, ha detto che non verrà né prorogata né rinnovata.