Sri Lanka, attentati la domenica di Pasqua. Cellula jihadista dietro gli attacchi
La giornata di lutto nazionale prevista per il 23 aprile si è aperta con tre minuti di silenzio in onore delle vittime degli attacchi terroristici avvenuti durante le festività di Pasqua. Secondo il portavoce della polizia srilankese il numero di vittime sarebbe 253. Circa 500 invece i feriti.
Dichiarato nel Paese lo stato di emergenza a partire dalla mezzanotte di lunedì 22 aprile e i social media rimangono oscurati. Per il momento nessun gruppo terroristico ha pubblicamente rivendicato l'attentato.
Tra le vittime c'è anche una residente di Catania. Si tratta di Haysinth Rupasingha, aveva 55 anni e si era trasferita in Italia negli anni '90. Lavorava nella città siciliana come badante ed era tornata nel suo Paese d'origine per le festività pasquali. La donna è stata investita dall'esplosione dell'ordigno nella chiesa di San Sebastiano a Katuwapitiya, nella provincia di Negombo.
Gli attacchi
L'ultima delle esplosioni a Colombo, capitale dello Sri Lanka, è avvenuta il 22 aprile. Un pacco sospetto ritrovato all'interno di un furgone parcheggiato vicino al santuario di Sant'Antonio è stato fatto esplodere dagli artificieri.
L'esplosione, indotta e controllata, non ha causato vittime, ma ha creato panico tra gli abitanti. Salgono a nove le esplosioni che hanno colpito il Paese, dopo gli otto attentati sincronizzati avvenuti nella domenica di Pasqua in otto luoghi diversi del Paese.
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L'attacco terroristico coordinato ha colpito Colombo, la capitale srilankese, in uno dei giorni più sacri per la cristianità: tra i morti ci sono 35 stranieri (americani, britannici, olandesi, turchi e cinesi). I feriti sono circa 500. L'unità di crisi della Farnesina è al lavoro per individuare se tra le vittime ci siano cittadini italiani.
Tra i luoghi colpiti ci sono tre chiese: il santuario di Sant'Antonio nella capitale Colombo, la chiesa di San Sebastiano a Negombo, a nord della capitale, e una chiesa nella città di Batticaloa. Tre gli hotel di lusso tutti nella capitale Colombo: lo Shangri-La Hotel, il Cinnamon Grand hotel e il Kingsbury Hotel.
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La sera del 21 aprile una bomba contenente 50 kg di esplosivo è stata trovata e disinnescata vicino all'aeroporto della città. Nella giornata del 22 aprile sono invece stati trovati 87 ordigni di piccolo calibro presso la stazione centrale dei bus della città di Colombo.
Bbc | Le città colpite dagli attentati durante le celebrazioni della Pasqua in Sri Lanka
Secondo il Governo, dietro gli attentati che hanno sconvolto il Paese ci sarebbe un gruppo jihadista locale. I terroristi farebbero parte del gruppo National Thowheed Jamath, vicino a Daesh, nome con cui viene anche chiamato l'Isis.
«Non crediamo che gli attacchi possano essere stati portati avanti solo da un gruppo di questo Paese – dice il sottosegretario al governo Rajitha Senaratne -. C'è una rete internazionale senza la quale questi attacchi non sarebbero riusciti».
Gli arresti
Sono 40 le persone arrestate finora. Tuttavia non è stata ancora resa nota la loro identità. Secondo le autorità, gli attacchi sarebbero collegati ad azioni di estremismo religioso. Le forze speciali srilankesi hanno condotto diverse irruzioni a Orugodawatta, nella capitale Colombo e tre agenti della polizia sono rimasti uccisi in un'esplosione durante un raid in una casa di Dematagoda, a Colombo. A dichiararlo è stato il portavoce della polizia Ruwan Gunasekara.
Pur non essendo ancora stati resi noti i nomi dei responsabili, uno degli investigatori della polizia srilankese, Ariyananda Welianga, ha comunicato che gli attacchi sono stati opera di sette kamikaze. La maggior parte degli attacchi sarebbe stata opera di singoli attentatori coordinati tra loro, ma nel caso dell'hotel Shangri-La i kamikaze avrebbero agito in coppia.
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Le misure di sicurezza
Il primo ministro ha aggiunto che si sta cercando di capire «perché non siano state prese precauzioni adeguate», ma che la priorità del governo è «catturare i terroristi»: «Dobbiamo fare in modo, per prima cosa e prima di tutto, che il terrorismo non rialzi la testa in Sri Lanka».
Nel Paese è stato dichiarato uno stato di emergenza a partire dalla mezzanotte del 22 aprile dopo due giorni di coprifuoco. Nel giorno degli attentati la popolazione srilankese è stata invitata a restare in casa dalle ore 18.00 locali (14.30 italiane) sino alle 6.00 del mattino del 22 aprile 2019. Il Governo ha inoltre bloccato l'accesso ai principali social media e ai servizi di messaggistica.
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Scontro tra il presidente e il Governo
Col passare delle ore si è acceso anche un fervente scontro tra il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena (che ricopre anche il ruolo di ministro della Difesa) e il governo. A lanciare l'accusa è il ministro della Salute Rajitha Seranatne, che attacca il presidente per non aver condiviso le informazioni su possibili attacchi e sui nomi dei possibili attentatori con il governo e con il primo ministro Wickremesinghe, malgrado fossero arrivate segnalazioni di possibili attentati nelle due settimane precedenti la Pasqua.
Le vittime straniere
La diplomazia Usa ha confermato che ci sono diversi cittadini americani tra le vittime degli attentati, senza tuttavia precisare il loro numero. «Possiamo confermare che tra le vittime ci sono diversi cittadini americani», ha dichiarato il segretario di stato Mike Pompeo in un comunicato dove condanna gli attacchi.
Tra le vittime ci sono anche tre figli di Anders Holch Povlsen, patron di Asos, la compagnia di moda e cosmesi. Anders, 46 anni, e sua moglie Anne, sei anni più giovane, si trovavano in vacanza con la famiglia nel Paese. Alloggiavano in un hotel a cinque stelle, lo Shangri La Hotel nella capitale Colombo, uno degli obiettivi degli attacchi.
Le reazioni
Intanto messaggi di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo. Vari Paesi arabi e la massima istituzione dell'islam sunnita, la moschea-università di al-Azhar, hanno condannato gli attacchi terroristici. «Non posso immaginare come un essere umano possa attaccare pacifici fedeli nel giorno della loro festività», ha dichiarato il Grande Imam Ahmed al Tayib.
Ansa | Le immagini dell'Hotel Kingsbury a Colombo dopo l'esplosione, 21 aprile 2019
Il ministero degli Esteri saudita ha condannato la «serie di esplosioni terroristiche» e ha sottolineato la «necessità di unire gli sforzi internazionali per mettere fine al terrorismo che minaccia la sicurezza e la stabilità ovunque nel mondo, senza eccezione». Anche il ministero degli Esteri del Cairo ha biasimato con forza gli attentati, «atti brutali» che hanno colpito «persone innocenti in luoghi di culto».
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Barack Obama e il Segretario generale dell'Onu hanno inviato messaggi di solidarietà. «Condanno l'atroce attacco terroristiche contro le chiese e gli hotel avvenuti nella domenica di Pasqua in Sri Lanka, un giorno sacro per i cristiani. Le Nazioni Unite vogliono mostrare la loro solidarietà con lo Sri Lanka mentre la comunità internazionale combatte l'odio e la violenza dell'estremismo. I luoghi sacri devono essere rispettati»; ha scritto su Twitter Antonio Guterres. Sui campi della liga spagnolo i giocatori del Real Madrid hanno osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attentati.
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