Stadio della Roma, Virginia Raggi è indagata per abuso d’ufficio. La sindaca: «Estranea ai fatti»
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, è indagata per abuso d’ufficio con l’accusa di aver dato il via al progetto sullo stadio della Roma senza passare per il consiglio comunale, dove avrebbe potuto incontrare degli ostacoli.
Procedura, quest’ultima, che avrebbe favorito il costruttore Luca Parnasi, proprietario dei terreni di Tor di Valle, dove dovrebbe essere costruito lo stadio, e indagato con l’accusa di corruzione, dopo essere stato arrestato a giugno del 2018.
L’indagine a carico di Raggi nasce da un esposto di un ex attivista del Movimento Cinque Stelle, scomunicato sul blog da Beppe Grillo in persona nel 2017. Si chiama Francesco Sanvitto, è architetto a urbanista, e in passato gestiva un tavolo sull’urbanistica in uno dei meetup romani.
Dopo aver ricevuto l’esposto, nel giugno scorso, il pubblico ministero titolare dell’indagine aveva chiesto l’archiviazione delle accuse a carico della sindaca, perché tra lei e Parnasi non c’è alcun rapporto personale.
Sanvitto a quel punto ha fatto ricorso e il giudice per le indagini preliminari gli ha dato ragione, disponendo nuove indagini che si svolgeranno nei prossimi due mesi, durante i quali la sindaca resterà indagata.
«La sindaca Virginia Raggi è estranea ai fatti» e l’iter per l’approvazione del progetto dello Stadio della Roma «fu all’epoca rimandato e dopo l’arresto di Parnasi sospeso per consentire ulteriori approfondimenti», hanno replicato gli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo.
Le tappe dell’inchiesta
L’inchiesta sullo stadio della Roma (la società e i suoi dirigenti, è bene ribadirlo, sono del tutto estranei all’inchiesta) si è sviluppata in due momenti diversi: il 13 giugno 2018 sono state arrestate con l’accusa di corruzione 9 persone, tra cui il costruttore Parnasi e l’ex presidente Acea e “Mr Wolf” di Virginia Raggi Luca Lanzalone.
Il 20 marzo 2019 c’è stata una seconda tornata di arresti, che ha sconvolto la giunta Raggi. In carcere, con l’accusa di corruzione, è finito l’ex presidente dell’Assemblea capitolinaMarcello De Vito, volto storico dei 5 stelle romani (poi espulso per direttissima da Di Maio). Con lui sono state arrestate altre 3 persone.