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Controllare i migranti? Si può. L’ordinanza del sindaco di Palazzago «non è discriminatoria»

22 Aprile 2019 - 18:54 OPEN
Nel 2017 il primo cittadino del comune lombardo aveva emanato un'ordinanza con cui imponeva di comunicare il numero dei migranti nei centri, la loro provenienza e lo stato di salute. Pena una sanzione di 15mila euro

Controllare i migranti? Si può. È quanto deciso dal tribunale di Bergamo che ha rigettato il ricorso contro un'ordinanza di Michele Jacobelli, sindaco di Palazzago, comune di 5mila abitanti in provincia di Bergamo. «Forza e onore», ha commentato il primo cittadino leghista.

Nel 2017 aveva emanato l'ordinanza n.32 per la «gestione dell'emergenza e della crisi internazionale» costituita da quella che viene definita un'«imponente ondata migratoria» con cui imponeva di comunicare il numero dei migranti nei centri, la loro provenienza e lo stato di salute. Pena una sanzione di 15mila euro.

Nella richiesta a coop e associazioni, anche quella di presentare ogni 15 giorni un report con i dati aggiornati e l'organizzazione interna della struttura.

Un'iniziativa che venne seguita da altri comuni lombardi: insieme a Palazzago anche Pontida, Seriate, Ardesio, Palosco. Una serie di provvedimenti contro cui, ricostruisce La Verità, si è mossa l'Avvocatura dello Stato ricorrendo al Tar: ricorso che non è andato a buon fine perché il sindaco di Palazzago ha ritirato l'ordinanza e inserito il provvedimento nel regolamento comunale.

L'azione contro i comuni lombardi

Contro i comuni, scrive ancora La Verità, ha fatto ricorso la cooperativa di Bergamo Ruah, supportata nell'azione legale dall'Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione. Un' «azione civile contro la discriminazione», avevano spiegato, chiedendo la cancellazione dei provvedimenti già emanati o che si intendeva emanare e un risarcimento: l'obbligo di comunicare le condizioni di salute dei richiedenti asilo sarebbe stato, per i ricorrenti, un comportamento discriminatorio e razzista.

Tesi sconfessata dal tribunale di Bergamo: «La lettura ancorché complessiva dell’ordinanza su riportata non riesce, a parere di chi scrive, in alcun modo a concretare un comportamento o un ordine che possa dirsi discriminatorio». «In alcuna parte dell’ordinanza viene percepita l’idea suggerita dalle ricorrenti del rifugiato come pericoloso o malato», scrivono i giudici.

«Piuttosto si indica che il fenomeno incontrollato dell’insediamento di masse imponenti di persone è foriero di disordine pubblico e causa di problematiche anche di tipo sanitario, ciò divergendo profondamente dall’idea che i rifugiati, in quanto tali, siano persone moleste».

Il commento del sindaco di Palazzago

Jacobelli, su Facebook, gioisce: «Vi ricordate la mia ordinanza anti-speculatori sui presunti profughi del 5 agosto 2017?», scrive. «Quella in cui stabilivo multe da € 15mila alla volta per chiunque non avvisasse il Sindaco in caso di aggiudicazione del bando e per chiunque non mi facesse rapporto quindicinale su chi va e chi viene dalla eventuale struttura di "accoglienza"? E vi ricordate che la cooperativa Ruah e l'Associazione Asgi sostenuta da Soros, avevano fatto ricorso contro di essa? Ebbene sono lieto di informarVi che il ricorso è stato respinto dal Tribunale di Bergamo».

Il 16 ottobre 2017, ricorda ancora Jacobelli, «il senso dell'ordinanza era stato inoltre recepito dal regolamento comunale di Polizia Urbana. FORZA e ONORE! Sempre!», conclude. «Adesso sistemiamo quelli che accettano autocertificazione dove la Legge prevede, invece, documenti originali», commenta in un altro post il sindaco.

Palazzago è lo stesso comune in cui a dicembre il tribunale invece aveva accertato il «carattere discriminatorio» della decisione del Comune che, come a Lodi, aveva chiesto a una mamma di origine marocchina «certificazioni o attestazioni rilasciate dalla competente autorità estera relativi al patrimonio» per ottenere l'assegno famigliare.

Foto | Lega Nord Palazzago

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