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L’Isis ha rivendicato gli attentati in Sri Lanka e diffuso le immagini dei terroristi

23 Aprile 2019 - 13:01 Redazione
L'organizzazione islamista ha pubblicato la fotografia dei kamikaze che avrebbero guidato la strage di Pasqua e un video in cui gli stessi giurano nel nome di Abou Bakr Al-Baghdadi. Le vittime ora sarebbero almeno 359. Nuovi arresti durante la notte: il totale, per il momento, è di 58 persone arrestate

L’Isis ha rivendicato gli attacchi in Sri Lanka che hanno causato almeno 359 morti attraverso l’agenzia di propaganda del Califfato Amaq: «L’attacco che ha preso di mira persone appartenenti a Stati che fanno parte dell’alleanza crociata guidata dagli Stati Uniti anti Isis e di cattolici in Sri Lanka erano combattenti dello Stato Islamico», è il messaggio comparso sull’agenzia semi-ufficiale. Al momento non ci sono prove certe della veridicità della rivendicazione. A darne per primo la notizia è stato il sito Site, la piattaforma online che monitora le notizie sullo Stato Islamico. In un comunicato diffuso da Amaq martedì pomeriggio, l’organizzazione islamista mostra anche la fotografia – la cui autenticità non è ancora stata accertata – dei kamikaze che avrebbero guidato la strage di Pasqua, nonché un video in cui gli stessi kamikaze giurano nel nome di Abou Bakr Al-Baghdadi.

Nella foto e nel video si distinguono otto uomini mentrel’Isis, nella sua lista degli jihadisti che dichiara responsabili degli attentati, include solo sette persone. Quellocontro il Cinnamon Grand Hotel, loShangri-La e il Kingsbury sarebbe stato perpetrato da Abou Oubeida, Abou Baraa e Abou Moukhtar. Gli autori degli attacchi contro le tra chiese a Colombo, Negombo et Batticaloa sarebbero invece Abou Hamza, Abou Khalil eAbou Mohamad. Abou Abdallah sarebbe secondo lo Stato Islamico il settimo jihadista, che avrebbe ucciso tre poliziotti durante un attacco nella periferia di Colombo. Nelle ore immediatamente successive gli attentati in Sri Lanka, si era ipotizzato che ad agire fosse stata una cellula islamista del National Thowheeth Jama’ath, un gruppo radicale musulmano. Un attacco complesso, che faceva pensare a un supporto esterno, possibilmente da parte di Daesh, il Califfato islamico sconfitto in Iraq e Siria, ma presente in altre parti del mondo.

Erano stati otto gli attentati compiuti nel Paese, il primo alle 8.45 di mattina: sei nella capitale Colombo e altri due a Negombo e Batticaloa. Finora la polizia ha arrestato 58 persone coinvolte negli attacchi che hanno preso di mira chiese, hotel e resort e rafforzato la sicurezza intorno alle chiese cattoliche dell’isola. Il presidente Maithripala Sirisena ha attribuito all’esercito poteri speciali. Mentre sono in corso le indagini, la Cnn ha diffuso il video del presunto attentatore della chiesa di San Sebastiano. Le autorità locali non si sono finora espresse né sulle immagini degli attacchi sventati né sulla rivendicazione dell’Isis. Diversi quotidiani statunitensi hanno rivelato che l’Intelligence dello Sri Lanka sapeva che esisteva un concreto rischio attentati, su segnalazione dei servizi segreti indiani e statunitensi.

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