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Notre Dame: «Gli operai fumavano sulle impalcature»

24 Aprile 2019 - 17:30 Redazione
A una settimana dall'incendio, il giornale d'inchiesta "Le Canard Enchainé" rivela che sono state infrante nel cantiere regole basilari di prudenza 

Se le rivelazioni del Canard Enchaîné sono corrette, il cantiere di Notre Dame aveva dei gravissimi problemi in termine di misure di sicurezza. Il settimanale d’inchiesta francese, che ha svelato alcuni dei più grandi scandali degli ultimi anni, pare aver preso visione di vari documenti dell’inchiesta sull’incendio della cattedrale. E punta il dito contro alcuni gravi problemi, a partire dall’abitudine di certi operai di fumare sulle impalcature, contravvenendo agli obblighi. 

«In udienza degli operai hanno riconosciuto che capitava spesso – nonostante il severo divieto – di fumare sui ponteggi», scrive il Canard, precisando che dei poliziotti avrebbero già trovato sette mozziconi sul luogo. La ditta Le Bras Frères, che ha montato le impalcature attorno alla guglia di Notre Dame, ha riconosciuto che alcuni dei suoi operai si siano «infischiati» del divieto di fumare su questo cantiere, ma ha «escluso», in un’intervista all’agenzia France Presse, qualsiasi legame tra questo e l’incendio della cattedrale. Marc Eskenazi, portaparola della ditta, ha infatti precisato che «non è possibile che un mozzicone mal spento possa essere all’origine dell’incendio di Notre Dame». 

Notre Dame: «Gli operai fumavano sulle impalcature» foto 1

L’incendio di Notre Dame

Il settimanale rivela anche che la guglia da cui si sarebbe propagato l’incendio aveva delle campane, che dopo essere state per molto tempo fuori uso, erano state collegate all’elettricità durante il restauro della campana principale nel 2012. Questo collegamento elettrico era provvisorio secondo il Canard – che cita l’architetto a capo dei monumenti storici, Benjamin Mouton – ma non è mai stato sostituito da un impianto definitivo. Gli inquirenti non escludono che un corto circuito di quest’ultimo abbia potuto causare l’incendio. 

Il terzo punto sollevato dal Canard è che i soccorsi sono stati chiamati con molto ritardo. L’allarme è stato registrato dal pc di sicurezza alle 18.16 ma il personale incaricato di accertarsi dell’anomalia è stato inviato nel luogo sbagliato. Il fuoco, che nel frattempo si era propagato, è stato identificato soltanto tra le 18.40 e le 18.50, 35 minuti dopo la prima allerta. 

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