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Tripoli, le forze di Haftar sparano ai migranti rinchiusi in un centro. Le immagini

Le forze del generale hanno aperto fuoco in un centro di detenzione nella periferia di Tripoli, uccidendo almeno 2 persone e ferendone altre 20. Secondo Le Nazioni Unite il numero delle vittime è salito a 272, più di 1.200 invece i feriti

I migranti rinchiusi nei centri di detenzione in Libia sono al centro degli scontri tra il generale ribelle Khalifa Haftar e il governo di Tripoli di Fayez al-Serraj. Dopo i rapporti che parlavano di uomini, donne e bambini prigionieri nei centri di detenzione costretti a digiunare per giorni, e le indiscrezioni sui migranti arruolati nelle milizie libiche e costretti a combattere, la guerra li ha raggiuntidirettamente nei centri di detenzione.

Si parla di QasrBen Gashir; un centro di detenzione distante circa 20 chilometri dal centro di Tripoli. Attualmente ospita circa 800 persone, uomini, donne, bambini. Ragazzi e ragazze. Da quando è scoppiata la guerra i migranti sono andati vari giorni senza mangiare. Quando è arrivato un autobus per spostarli in un altro centro si sono rifiutati, temendo di essere sottoposti a chissà quale altra privazione o, peggio, tortura.

Tripoli, le forze di Haftar sparano ai migranti rinchiusi in un centro. Le immagini foto 2Immagini dei feriti a Qasr bin Gashir

Tripoli, le forze di Haftar sparano ai migranti rinchiusi in un centro. Le immagini foto 1Venti persone sarebbero rimaste ferite martedì 23 aprile

Martedì 23 aprile sono arrivate le forze del generale ribelle della Cirenaica Khalifa Haftar. Secondo alcune testimonianze ricevute da Open, i soldati hanno aperto il fuoco dentro al centro di detenzione, uccidendo almeno due persone e ferendone almeno venti. Come spiega Giulia Tranchina, avvocatessa esperta di immigrazione, i soldati hanno sparato ai migranti «soltanto per averli trovati a pregare: uomini e donne insieme, una preghiera cristiana, e per essersi rifiutati di consegnare loro i pochi telefoni. Hanno sparato a sangue freddo e ferito piu di 20 persone. 2 sono morti».

La stampa libica parla di 6 morti finora.«Sono tutti rifugiati registrati dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati(Unhcr) – continua Tranchina – riconosciuticome profughi, aventi il diritto quindi difar parte del programma di evacuazione e reinsediamento. L’Europa ha abdicato alle proprie responsabilitàe non permette all’Unhcrdi evacuare e portare in salvezza i profughi detenuti in Libia.»

Tripoli, le forze di Haftar sparano ai migranti rinchiusi in un centro. Le immagini foto 3

Nel frattempo, le Nazioni Unite fanno sapere che il numero di sfollati è salito a 35 mila dal 4 aprile, data di inizio degli scontri armati a Tripoli. Mentre il numero delle vittime è272, più di 1.200 invece i feriti. I migranti detenuti nel Paese invece sono circa 6 mila,la metà dei quali si trova in luoghi esposti al combattimento, comeQasrbin Gashir.Per il momento la fine del conflitto sembra ancora lontana, anche a causa del supporto esterno al Generale ribelle Haftar, soprattutto da parte dei Paesi del Golfo.In giornata Fayez al-Serraj, il capo del Governo di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha accusato la Francia di appoggiare Haftar.

La posizione dell’Italia rimane la stessa, ovvero di sostegno ad al-Serraj. La vice ministra agli Affari Esteri Emanuela Del Re ha annunciato una nuova spedizione umanitaria di oltre 16 tonnellate di materiale sanitario. Dovrebbe arrivare in Libia nei prossimi giorni.Èprevisto per oggi, 24 aprile,l’incontro tra ilpremier Giuseppe Conte – che si è detto«molto preoccupato» per la Libia – conGhassan Salamé, inviato speciale dell’Onu per la Libia, il quale ha già rivolto un appello all’Italia: «Incoraggiamo l’Italia e tutti gli Stati membri dell’Onu a spingere per il cessate il fuoco e il ritorno al dialogo. Occorre l’impegno collettivo a porre fine a questo conflitto egoista e inutile».

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