Camilleri: «Salvini è un ignorante con mentalità fascista»
Lo scrittore Andrea Camilleri, padre del celebre Montalbano, come sempre non le manda a dire. Sulle polemiche fra le forze politiche intorno alle celebrazioni del 25 aprile, e in particolare sulla scelta del ministro dell’Interno e di molti esponenti leghisti di non festeggiare la Liberazione, entra a gamba tesa sul ministro dell’Interno: «Non posso trattenermi dal dire che con il governo di oggi abbiamo un esempio lampante di mentalità fascista, quella del ministro Matteo Salvini. Quella è mentalità fascista, – spiega Camilleri – una delle forme di fascismo che può anche essere eletta democraticamente».
Lo scrittore dice la sua in un’intervista a Giuseppe Rolli, le cui anticipazioni sono state pubblicate su Servizio Pubblico di Michele Santoro. Camilleri, come spesso è solito fare, narra la realtà anche attraverso la lente del personaggio da lui inventato, il commissario di polizia di Vigata (paese immaginario che coinciderebbe con Porto Empedocle). Dice Camilleri a Rolli: «Quando ci fu il G8 a Genova, Montalbano meditò, nel romanzo Giro di boa, di dimettersi dalla polizia. Oggi come oggi, a limiti di età raggiunti, si dimetterebbe con molto dolore – aggiunge lo scrittore – ma credo che non potrebbe convivere. Non ha fatto il partigiano, ma credo che una tessera dell’Anpi, che io mi onoro di avere, gliela si potrebbe dare».
L’affondo di Camilleri arriva anche sulle politiche del governo sull’immigrazione. Sul clima attorno al fenomeno migratorio dichiara: «Se tu hai paura non discuti nemmeno con gli altri: spari, reagisci. Perché pensi che l’altro sia venuto per farti del male e allora pensi: “prima che me lo faccia lui lo faccio io”, ma è un modo di pensare da homo homini lupus. Poi lo scrittore continua portando l’esempio di una delle navi a cui è stato impedito di accedere ai porti italiani per far sbarcare i migranti: «Come si fa a dire che uno difende le coste italiane da 77 individui, 12 bambini, 14 donne e uomini più morti che vivi per quello che hanno patito? Non si ha il senso del ridicolo?»
Ancora su Salvini, Camilleri commenta la dichiarazione del ministro secondo cui le celebrazioni della Liberazione sarebbero «un derby fra fascisti e comunisti»: «La nostra Costituzione è ispirata a ciò che venne a significare il 25 aprile: non fu una “rissa” tra comunisti e fascisti come dice Salvini. C’erano le brigate Garibaldi comuniste, ma anche i partigiani monarchici e quelli democristiani. Dio mio, lì c’era l’Italia e tu la riduci a una rissa? – e conclude lo scrittore – Io a 93 anni mi sento fremere di rabbia perché dicendo una frase così questo ignorante di Salvini offende i caduti di tutte e due le parti».
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