Salvini a Corleone per inaugurare un commissariato. Di Maio attacca: «La mafia la elimini con l’esempio»
Lotta alla mafia o festa della Liberazione? Da una parte c'è una prerogativa della politica italiana, che dovrebbe essere sempre all'ordine del giorno, dall'altra una festa per ricordare che la storia poteva andare in modo completamente diverso, come ha suggerito il comune di Reggio Calabria.
I due temi quindi non dovrebbero essere in contrasto. Eppure è successo. Il 25 aprile è diventato un altro campo, l'ennesimo,su cui Movimento 5 Stelle e Lega hanno misurato le loro forze. Matteo Salvini, come tutti i ministri leghisti, ha scelto di non festeggiare ed è volato a Corleone per inaugurare il nuovo commissariato della polizia e accendere i riflettori sulla lotta alla mafia.
«La mafia la elimini se tu dai l'esempio», ha detto Luigi Di Maio. Il suo commento è riferito allavicenda in cui è coivolto Armando Siri, indagato per corruzione in un'inchiesta in cui appaiono anche nomi di persone vicine a Cosa Nostra. Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto le sue dimissioni, visto che il senatore leghista è anche sottosegretario al ministero dei Trasporti. Salvini, invece,si è mostrato molto sicuro: «Ho parlato con Siri,gli ho chiesto: sei tranquillo? Mi ha risposto di sì, e allora sono tranquillo pure io».
E poi, replicando alle critiche di Di Maio:«La scelta di stare a Corleone per la festa della Liberazione è assolutamente in sintonia con chi rischia la vita indossando la divisa per liberare il paese dall'occupazione della mafia. Pensate che stia facendo un picnic qui o una scampagnata? Qualunque cosa avessi fatto io oggi avrebbero fatto polemica».
Salvini, da tempo, stuzzica l'interesse della stampa estera. Di recente il Time lo ha inserito tra le 100 persone più influenti del mondo. Per questo a Corleone c'era anche un giornalista tedesco, a cui ha dichiarato: «Voglio liberare l'Italia da tutti gli estremismi di destra, di sinistra, islamici: da tutti. Gli estremismi non vanno mai bene. Voglio tranquillizzare sul fatto che non torneranno né comunismo, né fascismo, né nazismo». Poi il giornalista gli ha chiesto se ritenesse l'Olocausto il crimine più grande della storia: «Ma che domanda è… certo che sì».