Dei video dimostrerebbero che l’incendio di Notre-Dame è stato architettato ad arte?
Il video condiviso da Cesare Sacchetti su Facebook, dove si tenta di incendiare con una potente fiamma una trave di legno è uno dei tre che circolano in rete con lo stesso intento: quello di diffondere la tesi in base alla quale l’incendio di Notre-Dame – di cui non si ha ancora con certezza come sia scoppiato – debba quindi avere un’origine criminosa, ordito dagli immancabili «poteri forti»
Attribuire l’origine a dei mozziconi di sigaretta viene ritenuto evidentemente troppo banale, per di più durante un cantiere di restauro. Questo è già un messaggio piuttosto strano: vogliono forse sostenere che sia sbagliato vietare di buttare cicche accese sul tetto di un monumento come Notre-Dame? Inoltre, c’è qualcosa che non va negli esperimenti che vediamo nei filmati: il contesto.
Decontestualizzazione di tempi e modi
L’ingegnere elettronico e consulente della Corte di cassazione francese Gérard Krzakala spiega ai colleghi di Afp la differenza tra quel che avviene in ambienti chiusi e quel che succede all’aperto:
Quando il legno si riscalda, rilascia componenti gassosi, vapore acqueo e gas combustibili che daranno inizio alla fiamma”, aggiunge. Tuttavia, in un ambiente esterno, questi componenti sono dispersi nell’aria.
Nelle simulazioni per testare il rischio di incendio sono previste infatti ricostruzioni di ambienti chiusi, con tanto di «forni di prova». Non ha fondamento nemmeno la tesi in base alla quale l’incendio di Notre-Dame si sarebbe scatenato in soli 15 minuti, perché analizzando la cronologia dei fatti passarono almeno 55 minuti; questo è il lasso di tempo trascorso tra l’uscita dell’ultimo operaio (17:50) all’allarme lanciato da una guardia di sicurezza (18:52).
Il sacrificio di Notre-Dame per salvare altri monumenti europei a rischio
Esiste infine almeno uno studio che avrebbe predetto l’alto rischio di incendio per Notre Dame, dovuto alla presenza di polveri stratificatesi nei secoli, come riporta il giorno dopo l’incidente il Sole 24 Ore. Venne presentato tre anni prima al Consiglio nazionale di ricerca francese (Cnrf) dal professor Paolo Vannucci, docente di meccanica all’università di Versaille, denunciando anche un «sistema antincendio rudimentale». Il documento intitolato «Cathédrale durable» sarebbe stato però sottovalutato dall’Istituto francese.
Come successe anche per le Torri Gemelle dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, anche per Notre-Dame i dati su come si è scatenato l’incendio potranno essere preziosi per aggiornare le norme di sicurezza, specialmente nell’allestire i cantieri di restauro. Sono tanti infatti i monumenti europei che potrebbero essere messi in salvo proprio grazie a quel che stiamo imparando dal «sacrificio di Notre-Dame», come riporta anche l’agenzia di stampa Associated Press.