Rider, le parole di Di Maio non frenano gli scioperi: «Non li revochiamo per quattro frasi in croce»
«La norma sui rider è pronta». Dopo mesi di silenzio sulla questione fattorini, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio torna a farsi sentire. Ma le sue parole non sembrano aver avuto l'effetto sperato sui lavoratori che in questi giorni sono impegnati di nuovo negli scioperi in diverse città d'Italia e che ne hanno in programma altri per la settimana del primo maggio.
«Di certo non revochiamo uno sciopero a otto ore dalla manifestazione per quattro frasi in croce», ha detto a Open Lorenzo di Riders Union Bologna, una delle associazioni autorappresentative dei lavoratori che ha organizzato un presidio per oggi 28 aprile davanti al McDonald'sdi via Ugo Bassi. Di Maio ha parlato di «questione di giorni» per quanto riguarda la discussione della norma in Senato, che spera di poter inserire nella legge sul salario minimo o in quella del dl crescita.
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/2225118194191381
«Non si sa nulla di certo. Né le tempistiche, né se sarà un emendamento, né cosa prevede realmente. Per quanto ne sappiamo, la sua idea potrebbe anche non essere in accordo con le nostre richieste». Nel lungo post, Di Maio ha parlato di coperture Inail per gli infortuni, di una diversa gestione dei contribuiti e dell'inserimento del divieto della retribuzione a cottimo, citando anche le «tutele necessarie per i lavoratori il cui stipendio dipende da un algoritmo».
Secondo i fattorini di Riders Union Bologna, però, le dichiarazioni del vicepremier sono solo una conseguenza del clima preelettorale: «Fino a ora ci sono solo le intenzioni. Sarà un caso che le prime parole dopo mesi arrivano in prossimità delle europee?».
https://www.facebook.com/ridersunionbologna/photos/a.156979768372203/460998917970285/
Secondo Deliverance Project (associazione autonoma che raccoglie le voci dei rider di tutte le aziende di food delivery), ad aver spinto Di Maio a parlare sarebbe stata la black list pubblicata il 25 aprile sulla pagina di Deliverance Milano, nella quale sono stati riportati alcuni nomi di personaggi celebri (e ricchi) che non hanno mai lasciato la mancia al fattorino che gli ha consegnato il cibo.
Fermare il «caporalato digitale»
«Il problema per i rider non sono le mance – avevano specificato in un post – ma su questi soldi per necessità noi fattorini siamo costretti a contare, segnalando come un minimo garantito, previsto anche dal CCN, ci permetterebbe di difenderci dal ricatto del #cottimo e dai meccanismi reputazionali discriminatori e non "meritocratici" come ranking e #rating».
https://www.facebook.com/DeliveranceProject/posts/2366760053344607
All'iniziativa di Deliverance aveva risposto Fedez (presente nella lista nera), con un video postato sui social in cui spiegava di non credere alle mance a causa della problematicità di un sistema capitalistico che sfrutta le mance per pagare meno i propri dipendenti.
Commento che è sembrato inopportuno a molto lavoratori: «Dopo tutto quello che facciamo per i nostri diritti e le nostre tutele, ci dobbiamo sentire anche Fedez che ci insegna la lotta di classe.. ».
Il 1 maggio Deliverance Milano ha in programma uno sciopero nella «smart city», in adesione alla MayDay 2019. Ça va sans dire, nemmeno loro sono stati convinti a revocarlo dal post di Di Maio.