Di Maio: «Spero sia l’ultimo primo maggio senza salario minimo»
«Avanti come un treno», aveva detto ieri 30 aprile il leader del Movimento 5 Stelle, commentando le ultime stime sul Pil, in lieve crescita, al +0,2%. Oggi 1 maggio, durante un’intervista a RTL, torna cauto: «Sappiamo che c’è ancora molto da fare», dice. E pone l’attenzione su altre due questioni care al Movimento: il salario minimo e la burocrazia.
«Nonostante i dati sui numeri dell’occupazione – ha commentato il vicepremier – c’è ancora un problema da affrontare: quello della qualità di lavoro». Secondo Di Maio, entro il prossimo anno la questione sarà risolta. «Spero sia l’ultimo anno in cui in Italia non c’è una legge sul salario minimo. Altrimenti non è lavoro, ma sfruttamento». «La commissione al senato sul salario minimo chiude gli emendamenti il 6 maggio», ha continuato. «Il che significa che si parte per discutere la legge da mandare poi alla camera».
La proposta di legge sul salario minimo del Movimento 5 Stelle prevede l’innalzamento della paga oraria a un minimo di 9 euro l’ora. Se fosse approvata, i datori di lavoro sarebbero tenuti a rispettare questa soglia: in caso contrario potrebbero andare incontro a delle sanzioni. Secondo il Movimento, questa misura potrebbe aiutare a risolvere il problema dei cosiddetti working poors, ovvero di quelle persone che non riescono a condurre una vita dignitosa pur avendo un lavoro.
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/388251871900222/
Oltre al Pil, l’altra notizia che ha anticipato la Festa del Lavoro e dei Lavoratori è stata la crescita degli occupati. «I dati sull’occupazione testimoniano che il decreto Dignità sta funzionando. Abbiamo avuto decine di migliaia di contratti a tempo indeterminato in più rispetto all’anno scorso, con un record di occupazione dal periodo pre crisi.
Anche il tema della burocrazia torna a farsi largo nei programmi del Movimento, dopo essere stato messo in cima alle priorità anche da Pasquale Tridico, il presidente dell’Inps e primo nome proposto dal Movimenti 5 Stelle come ministro del Lavoro. «Se vogliamo festeggiare i lavoratori – ha detto Di Maio – dobbiamo lasciarli in pace, lasciarli lavorare. Invece ora c’è un livello di burocrazia altissimo, tanto per gli imprenditori quanto per i lavoratori».