La storia dietro la foto delle bambole bianche impalate dai sudafricani – Video
Il 30 aprile 2019 la pagina Facebook E torneremo Europa pubblica una foto dove si sostiene che durante un corteo in Sudafrica siano stati impalati dei bambolotti bianchi ritenendo tutto ciò una prova del «genocidio dei bianchi».
Il post è chiaro: «Questo succede oggi in #SudAfrica Durante un corteo dell’ANC, partito di Nelson Mandela, vengono impalati bambolotti bianchi. I manifestanti vogliono il genocidio dei bianchi». La pagina Facebook non riporta l’intera vicenda, evitando di raccontare ciò che era successo in precedenza e che di fatto aveva scatenato l’altrettanto orribile scena.
Troviamo la stessa foto in un articolo del sito Mogaznews.com del 2 dicembre 2016 intitolato «Black worker tortured in coffin by white farmers for an HOUR in South Africa», che riprende quello del DailyMail. Come riporta lo stesso titolo, un lavoratore nero, Victor Rethabile Mlotshwa, era stato rinchiuso in una bara e torturato da due agricoltori bianchi, Theo Martins Jackson e Willem Oosthuizen. Entrambi avrebbero minacciato Victor di bruciarlo vivo e fargli mangiare un serpente, per poi lasciarlo tornare a casa «strisciando».
Victor Rethabile Mlotshwa in alcuni fotogrammi di un video dove lo vedono rinchiuso in una bara
I due criminali avevano aggredito Victor – da loro definito con il termine razzista «kaffir» – perché a detta loro avrebbe sconfinato i loro territori. Il video che testimonia l’accaduto venne postato da qualcuno online appena tre mesi dopo.
La foto dei bambolotti è relativa alle proteste che si erano tenute di fronte al tribunale. Nell’articolo si riporta che le persone ballavano intorno alle due bambole e le picchiavano, ritenendolo un «avvertimento» contro i due agricoltori, i quali avevano ritirato la richiesta per la cauzione per timore di vendette nei loro confronti.
I colpevoli della tortura: Theo Martins Jackson (a destra) e Willem Oosthuizen (a sinistra)
Dal fatto seguirono diverse minacce. Da una parte i due agricoltori avevano minacciato la vittima affinché non denunciasse i fatti alle autorità. Una volta presentata denuncia, i due delinquenti iniziarono a ricevere minacce contro di loro e la loro comunità, mentre Victor venne minacciato da anonimi affinché la ritirasse le accuse. In un ultimo tentativo, Theo e Willem offrirono una somma in denaro alla loro vittima per cessare tutte le ostilità, senza riuscirci. Secondo quanto riportato in un articolo della BBC del 2017, Theo è stato condannato a 14 anni di carcere e Willem a 11.
I simboli dei partiti durante la protesta
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In merito al contenuto del post Facebook, si riscontrano nella foto persone che indossano indumenti che riportano il logo del principale partito sudafricano, l’African National Congress (ANC). Nelle foto riportate nell’articolo, diffuse da Reuters, Victor indossa una maglietta dello stesso partito.
Nelle altre foto pubblicate nell’articolo si notano anche altri partiti, come l’Economic Freedom Fighters (EFF) di ispirazione marxista-leninista. Uno dei sostenitori di questo partito portava con se un cartello con la scritta «Kill white».
Nota: in nessun caso l’articolo, e per altri in passato, cerca di sminuire fatti orribili e indecorosi.