Un prete di 25 anni a bordo della nave ong Mare Jonio: «I porti chiusi sono inaccettabili»
25 anni, modenese, prete: «Sono qui su Mediterranea chiamato da tanti amici che conosco da alcuni anni perché avevano il desiderio di avere un prete a bordo». Queste le parole con cui si presenta con un video su Facebook Don Mattia Ferrari, parroco di Nonantola, in provincia di Modena. Il prete ha deciso di imbarcarsi sulla Mare Jonio «a seguito del sostegno e della vicinanza che è stata espressa da Papa Francesco» durante la via Crucis e al suo invito di costruire «ponti anziché muri».
«I porti chiusi? Inaccettabili»
La politica dei porti chiusi è «inaccettabile – dice Don Mattia in un’intervista a Radio Vaticana-perché non si chiudono i porti a nessuno e nessuno può essere abbandonato.E poi per una ragione di giustizia sociale, perché i migranti partono anche a causa del sistema economico occidentale che li costringe, perché l’Europa è la predona dell’Africa».
«L’emozione è grande – ha spiegato il prete – La scelta di salire a bordo della nave, dice ancora don Mattia, è stata dettata dall’amicizia che ha con i tanti migranti incontrati tra Bologna e Modena. Ho visto la sofferenza nei loro occhi e il dolore di aver perso amici e parenti durante la traversata. L’incontro con loro mi ha spinto ad accettare l’invito ad imbarcarmi su questa nave»
«Sono onorato di prendere parte a questa azione di salvataggio dei nostri fratelli e sorelle»
L’ok alla missione è arrivato dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e dall’arcivescovo di Modena Elio Castellucci. «Sono stato chiamato e sono onorato di prendere parte a questa azione che vuole compiere quest’azione di testimonianza, monitoraggio e denuncia e di salvataggio dei nostri fratelli e sorelle che rischiano la vita per giungere in Europa» – spiega Don Mattia Ferrari, che aggiunge – «Io voglio portare amicizia, sostegno spirituale e consolazione».
«Siamo tutti accomunati dal desiderio di accompagnare i migranti verso una vita migliore»
«Sono molto felice di essere qui a bordo con tanti compagni che vengono da tante realtà diverse dalla mia, ma tutti quanti accomunati dal desiderio di attivarsi in prima persona per reagire alla situazione attuale e di accompagnare i nostri fratelli e sorelle migranti», così come era accaduto nel caso di Yusupha, un giovane ragazzo migrante che dormiva nella stazione di Bologna e che Don Ferrari ha accolto.