Ilaria Cucchi si commuove sul palco del Concertone: «I diritti umani non sono sacrificabili»
Roma, piazza San Giovanni. Il solito Concertonedel Primo Maggio. Sul palco sale Ilaria Cucchi, che, dopo dieci anni di lotta per la verità sulla morte del fratello Stefano, può parlare con una consapevolezza nuova: «Stefano, Stefano, Stefano», dicono insieme i ragazzi della piazza, pronti ad accoglierla.«Non bisogna mai smettere di indignarsi, non bisogna mai cedere al pregiudizio. Mai voltarsi dall'altra parte», dice.
«Grazie a Stefano possiamo dire che idiritti umani non sono mai e per nessun motivo sacrificabili», ha continuato, tra gli applausi di tuttele migliaia di presenti.
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Sul maxischermo appare la foto, ormai celeberrima, del suo abbraccio con l'avvocato Fabio Anselmo del 12 giugno 2014. «Abbiamo aperto un varco, forse abbiamo dimostrato che non bisogna mai smettere di crederci quando si sa di essere nel giusto». Stefano Cucchi «è diventato un simbolo, oggi possiamo ribadire che la legge è uguale per tutti. Possiamo dire grazie a Stefano, i diritti umani non sono mai, per nessun motivo, sacrificabili»