Siri: «Sarò sentito dai pm. Se non ci saranno novità in 15 giorni mi dimetto»
Armando Siri non si dimette. Resiste alla pressioni del Movimento Cinque Stelle che chiede le sue dimissioni da quando il sottosegretario leghista è stato indagato per corruzione. «Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione – ha detto Siri -.La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c'è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza».
Siri è accusato di aver presentato degli emendamenti – mai approvati – per agevolare i finanziamenti al settore dell'eolico. In cambio, il sottosegretario avrebbe ricevuto una tangente da 30mila euro. A pagare sarebbe stato l'ex politico di Forza Italia e attuale responsabile del programma energetico della Lega, Paolo Arata, imprenditore attivo nell'eolico e vicino aVito Nicastri, considerato il prestanome di Matteo Messina Denaro.
«Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi – conclude Siri -Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro».