Torna il bel calcio e tutta l’Europa (inglesi esclusi) sogna la finale Ajax – Barcellona
Dopo l'andata delle semifinali di Champions League ci sono due certezze: che Lionel Messi meriti il pallone d'oro e che l'Ajax continui a far sognare. Per chi ama il bel gioco, questa stagione della competizione europea è stata un susseguirsi di sorprese e colpi di scena.
Il campione del Barcellona ha messo la sua firma suuna delle sfide più importantidell'anno consegnando quasi sicuramente l'accesso alle finali di CL e raggiungendo quota 600 goal segnati in carriera.
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Poco importa se all'argentino sia servita qualche settimana in più per raggiungere il suo eterno rivale Cristiano Ronaldo a cifra tonda, un calcolo non voluto, madestino vuole che proprio il primo maggio di 14 anni fa Messi segnasse il suo primo goal con la maglia blaugrana. E quale occasione migliore di questa per celebrare un traguardo che nell'olimpo del pallone è toccato solo agli dei.
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Ma per un Barcellona che cerca conferme, dopo aver dominato per anni il panorama del calcio spagnolo ed europeo, c'è un'altra squadra in ascesa che sta vivendo un sogno: è l'Ajax di Ten Hag. I suoi ragazzi terribilisono la squadra più giovane del torneo con un'età media di 23,4 anni. Un cambio generazionale costruito duramente negli ultimi dieci anni attraverso plusvalenze e la valorizzazione del vivaio.
Matthijs de Light
Ed è proprio da quel vivaio che è uscitoMatthijs deLight uno che a 19 anni si è trovatoa guidare, come capitano, il più giovane delle semifinali, una squadra che con l'1-0 contro gli spurs può cominciare a sognare concretamente la finale di giugno. Dopo aver eliminato Real Madrid e Juventus, i ragazzi di Ten Hag hanno hanno messo un piede dentro al Wanda Metropolitano con il goal di uno dei suoi giocatori più rappresentativi: Van de Beek.
Il centrocampista olandese, appena 22enne, incarna appieno lo spirito di un gioco dove a fare la differenza più che il gioco con la palla è proprio quello senza: corsa, smarcamento, tagli dietro la difesa, e una straordinaria capacità di lettura dello sviluppo dell'azione.
Un abbraccio tra l'attuale centrocampista dell'Ajax Frankie de Jong e Johan Cruyff
Perchè l'Ajax di Ten Hag è un gioco che si esprime soprattutto attraverso un'organizzazione tattica minuziosa. «Giocare a calcio è molto facile, ma giocare un calcio facile è la cosa più difficile che ci sia», diceva Cruyff e chissà che l'Ajax non si sia ispirato proprio a queste parole per costituire un gioco semplice ma efficace, penetrante e incisivo.
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Due modi di giocare diversi quelli di barcellona e Ajax, da una parte gli eredi del Tiki Taka di Guardiola, una squadra che ha fatto del possesso palla il suo punto di forza, un gioco in orizzontale dove ogni giocatore si mette a disposizione della squadra ad appoggio e sostegno dell'azione. Dall'altra una squadra dall'alta resistenza atletica, precisione nei passaggi, e un'alta percentuale di possesso palla. Due storie diverse legate, però, da chi quelle due squadre le aveva fatte grandi: Johan Cruyff.
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E subito dopo la vittoria con il Liverpool il pensiero dei blaugrana è andato proprio al calciatore del secolo, e alla sua eredità calcistica. E allora, non ce ne vogliano le squadre inglesi, non sarebbe bello se il prossimo primo giugnosi scontrassero sul campo di Madridil passato e il futuro di uncalcio legate a doppio filoda una storia di cicli vittoriosi, cadute e riscatti, partendo proprio dalla stessa eredità: quella di quel Cruyff che riuscì ad adattare il calcio totale dell'Ajax a quello dei blaugrana costruendo due realtà vincenti.