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Elezioni locali in Gb: batosta per conservatori e laburisti

03 Maggio 2019 - 17:53 Redazione
Nelle elezioni comunali in Inghilterra e in Irlanda del Nord, le più grandi nel ciclo legislativo di 4 anni e le prime dai falliti tentativi di passare l'accordo sulla Brexit - posticipata al 31 ottobre - crollano i due partiti principali

Si vota nella terra della Brexit. In questo caso sono le elezioni locali in oltre duecento comuni – 248 in Inghilterra, 11 nell'Irlanda del Nord – ad essere in primo piano, distogliendo per un attimo l'attenzione dall'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.

Ma non del tutto: il crollo dei partiti principali e in particolar modo del partito Conservatore raccontano anche del senso di disillusione provato nei confronti dell'attuale classe dirigente, incapace fino a ora di approvare un accordo sulla Brexit.

Con oltre la metà dei voti scrutinati, in Inghilterra i conservatori avrebbero perso più di 600 seggi nelle assemblee comunali e il laburisti circa 90. A guadagnare dalla sconfitta – parziale, visto che laburisti e conservatori contano per il momento il numero più alto di consiglieri comunali nel Paese – sono stati il partito di verdi (+84) e i liberal democratici (+384), che dopo il Governo di coalizione con i conservatori di David Cameron erano pressoche spariti dall'arena politica.

Sia la premier conservatrice Theresa May, sia il leader dei laburisti Jeremy Corbyn hanno dovuto concedere di aver perso la fiducia di una parte degli elettori a causa della Brexit. Per May«il messaggio è chiaro: dobbiamo sbrigarci a implementare la Brexit».

Corbynsi è difeso invece sostenendo che il suo partito è l'unico a cercare di mediare tra iremainerche vorrebbero rimanere nell'Ue, e ibrexiteers.

Nonostante il peso del tema Brexit, il partito indipendentista britannico, Ukip, che ha avuto un ruolo fodamentale nell'uscita del Regno Unito dall'Ue ha persoquasi 4/5 dei suoi consiglieri comunali.

Un declino che potrebbe essere dovuto all'allontanamento del suo ex leader, Nigel Farage, oggi fondatore e presidente di un nuovo movimentoBrexit Party, con cui è intenzionato a partecipare alle elezioni europee di fine maggio, per tornare a fare la guerra all'Ue da dentro il Parlamento europeo.

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