Il governo prova a fermare la fuga dei cervelli: sconti fiscali per chi torna in Italia (specie se ha figli)
La fuga dei cervelli non riguarda solo i laureati. Ormai scappano dall’Italia- soprattutto dal Sud – giovani e meno giovani con qualunque titolo di studio. Il governo prova a fermare questa emorragia con un provvedimentovarato nel decreto Crescita (legge in vigore dal 1 maggio). A partire dal 2020, i lavoratori che hanno passato all’estero gli ultimi due anni e sono pronti a tornare per restare in patria almeno un altro biennio, potranno usufruire di uno sgravio fiscale Irpef (imposta sul reddito personale) per almeno 5 anni. Il provvedimento includerà anche gli stranieri che scelgono l’Italia per vivere e lavorare.
Gli sgravi previsti
A differenza dello sgravio introdotto nel 2015 dal governo Renzi – che prevedeva un esonero del 50% – l’agevolazione non sarà più riservata solo ai laureati e a chi ricopre posizioni di rilievo all’interno delle aziende.
Con la nuova riforma, tutta la classe lavoratrice potrà pagare le tasse solo sul 30% dei redditi dichiarati. Si parla addirittura del 10% – e dunque di un esonero del 90% delle imposte – per chi ha almeno un figlio a carico o per chi decide di comprare e non solo affittare l’immobile e chi va a vivere in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.
Chi va e chi torna
Secondo le stime, dal 2010 sono 10.000 i lavoratori che hanno fatto ritorno a casa, di cui 1.500 solo in Campania. In Veneto, gli italiani fra i 25 e i 39 anni che hanno lasciato la Regione nel 2017 sono stati 2,6mila, e sono più di 2.000 i laureati del NordEst che dal 2002 al 2015 hanno trasferito la residenza. A renderlo noto è il rapporto Bes del 2018 (rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat).
I numeri di chi va, però, sono ben più ampi. Secondo i dati Istat-Svimez, dal 2017 sono 30.000 i diplomati che ogni anno si sono trasferiti all’estero, 28.000 i laureati e quasi due milioni gli under 34 che hanno lasciato il Mezzogiorno.
Le criticità della proposta
A differenza del provvedimento varato nel 2015, quello presente nel dl Crescita non varrà per chi è già tornato – per chi è rientrato in Italia, cioè, prima dell’approvazione della legge. Per questo motivo, il gruppo “Controesodo” sta già presentando lamentele in Parlamento, e minaccia di ricorrere alla magistratura.
Alcuni parlamentari, tra cui il leghista Alessandro Pagano e il dem Massimo Ungaro, starebbero pensando a formulare degli emendamenti correttivi per estendere il nuovo bonus a chi è già rientrato, ma solo a condizione che abbiano già comprato casa e abbiano a carico dei figli minori.
Se le modifiche avanzate dovessero essere accolte, rimarranno comunque escluse tutte quelle categorie che per diversi motivi – tra cui proprio le difficoltà economiche – non posseggono né beni di proprietà né hanno una famiglia.
La Campania tra agevolazioni Irpef e Irap
Dalla Campania arriva la proposta di un provvedimento aggiuntivo che andrebbe ad aggiungersi allo sgravio sul reddito (Irpef). Chi investirà nelle aree delle Zone economiche speciali (Nes) avrà il taglio dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) dal 2020 al 2022.
Le Zes sono state istituite nel 2017 (nel 2018 sono stati indicati i criteri attuativi), con lo scopo di «intensificare gli interventi volti a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese» (decreto del Presidente del Consiglio n. 12/2018). L’iter che condurrà alla loro piena operatività resta però in larga misura da definire, e la Campania rappresenterebbe una zona capolista per l’esperimento.
Un ruolo piuttosto impegnativo per la Regione, come ha osservato il coordinatore Zes della Campania Pietro Spirito. Non essendo chiaro il loro funzionamento, risulta ancora meno immediato comprendere in che modo le aziende possano ottenere e usufruire dello sgravio Irap promesso dalla Regione.
In ogni caso, i fondi necessari a coprire l’esonero delle tasse non sono ancora stati ufficializzati perché la ricognizione contabile sul bilancio al 2019 deve ancora essere presentata. L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Marchiello è ottimista. Come riporta Il Mattino, «tutto dipenderà dal preventivabile numero di imprese che faranno richiesta per la Zes».