«Non pubblicheremo le sue memorie». Gli editori contro Woody Allen per le accuse di molestie
«Woody Allen è stato largamente respinto da Hollywood». Così esordisce l’articolo del New York Times che spiega come il celebre regista stia subendo le conseguenze delle accuse di violenza sessuale che ha ricevuto dalla figlia adottiva. Amazon si è appena ritirata da una contratto di distribuzione di quattro suoi nuovi film. Star che hanno lavorato per lui come Timothée Chalamet hanno promesso di dare i soldi ricevuti in beneficenza ad associazioni che si occupano di violenza sessuale. Ora, anche il mondo dell’editoria sembra aver voltato le spalle al regista. Secondo quanto hanno riferito al giornale americano i responsabili di quattro grandi case editrici, è da un anno che il regista prova a trovare un editore per le sue memorie, incontrando solo indifferenza. Prima che scoppiasse lo scandalo #metoo, che ha dato voce a moltissime vittime di molestie sessuali e inchiodato vari pezzi grossi di Hollywood, tra cui Allen, le memorie del regista avrebbero fruttato milioni di dollari. Nel 2003, il regista rifiutò un’offerta di 3 milioni da parte di Penguin per la pubblicazione di un testo analago.
Woody Allen è stato però coinvolto nello scandalo che ha travolto Hollywood a causa di un’accusa di molestie da parte della figlia Dylan Farrow. La ragazza, adottata da Allen durante la sua relazione con Mia Farrow, sarebbe stata toccata in modo inappropriato dal padre adottivo all’età di 7 anni. Un’inchiesta condotta sul tema ha dato ragione a Allen, che negava la accuse, ma la faccenda ha comunque generato un alone di sfiducia intorno al regista. Gli editori hanno detto di aver rifiutato la pubblicazione perché lavorare con Allen potrebbe portare pubblicità negativa. Alcuni editori avrebbero addirittura rifiutato di leggere il manoscritto, perché definiscono «tossico» lavorare con la leggenda del cinema, di questi tempi. Questo nonostante i precedenti libri di Allen, Getting Even, Without Feathers e Side Effects abbiano riscosso un ampio successo.
Allen ha anche intrapreso una battaglia legale contro Amazon, che gli ha voltato le spalle. Il regista ha portato il gigante in tribunale, chiedendo un risarcimento di 68 milioni di dollari. Durante il processo, Amazon ha citato i passi indietro fatti dalle star nei confronti di Allen, che minaccerebbero i guadagni dell’azienda di commercio elettronico. Anche Broadway ha recentemente rifiutato l’adattamento teatrale del suo film e pare che per il regista l’orizzonte professionale non sia dei più promettenti.