Via a sospensioni e note sul registro nelle scuole elementari. I presidi: «Provvedimenti anacronisitici»
La Camera ha approvato un emendamento relativo alla riforma dell’insegnamento che elimina le sanzioni disciplinari, dalla sospensione all’espulsione, nella scuola primaria. Queste misure disciplinari risalgono ad un Regio decreto stipulato nel 1928. Va detto che questo genere di provvedimenti, in realtà, sono molto rari tra i banchi della scuola primaria.
Eppure non sono mancate le polemiche. Giusto o no abolire le punizioni in classe nella fascia d’età tra i 6 e i 10 anni? Il Miur ha precisato alcuni dettagli: «Viene solo operato un allineamento normativo in tutti gli ordini di scuola, con il conseguente superamento di alcune norme del passato». Le sanzioni dunque restano, ma il tutto viene «ammorbidito» da una revisione del quadro normativo.
Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, raggiunto telefonicamente da Open, ha spiegato che è bene contestualizzare e circoscrivere le nuove misure disciplinari, perché «non è vero, come si è appreso da molti organi di stampa che saranno vietate le note sul diario disciplinari».
Quelle infatti rimarranno, ogni insegnante potrà segnalare alle famiglie la condotta scorretta degli alunni. «Verranno eliminate le note scritte sul registro e l’espulsione, questo sì. Anche perché è un provvedimento anacronistico, in primo luogo». Altro aspetto sottolineato dal professor Giannelli è la differenze percezione della punizione nei ragazzi di quell’età: «Quale bambino di età tra i sei e gli undici anni capirebbe la portata di una sospensione o di un’espulsione?», commenta.
Secondo Giannelli è quindi un bene che sia stata inserita questa modifica in materia disciplinare. «Noi docenti dobbiamo riappropriarci di autorevolezza, non di autoritarismo», commenta. E conclude facendo riferimento a un patto di corresponsabilità, che punti a rafforzare la collaborazione con le famiglie, e che ora è valido solo per le scuole medie e superiori, «poiché sono i genitori a doversi occupare in prima persona dell’educazione dei figli, il ruolo della scuola è secondario al loro».