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Sentenza Bologna, i giudici fanno muro contro Salvini: «Delegittima la magistratura». Il ministro: «Vergognoso»

04 Maggio 2019 - 22:37 Redazione
Applicando la circolare del Viminale, il sindaco di Bologna aveva negato l'iscrizione anagrafica a due richiedenti asilo. Il tribunale però ha dato ragione ai due migranti. «Se qualche giudice vuole fare politica - commenta Salvini - lasci il tribunale e si candidi con la sinistra»

Non si placa la polemica per la sentenza del tribunale di Bologna che ha accolto il ricorso di due richiedenti asilo: si erano visti rifiutare l’iscrizione all’anagrafe dopo che Matteo Salvini aveva diramato una circolare in cui dichiarava abrogata la procedura di registrazione per le persone in attesa di riconoscimento dello status di rifugiato.

Ma la sezione civile deltribunale di Bologna ha accolto il loro ricorso, imponendo al Comune di procedere alla registrazione.«Sentenza vergognosa», ha commentato su Twitter il ministro dell’Interno. «Se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il tribunale esi candidi con la sinistra. Ovviamente faremo ricorso contro questa sentenza, intanto invito tutti i sindaci a rispettare (come ovvio) la legge».

Il clima di ostilità tra governo emagistratura ha raggiunto livelli di tensione altissimi. Così, l’associazione nazionale magistratiha pubblicato una nota chiedendo a Salvini di rivedere il suo comportamento.«I magistrati assumono le loro decisioni applicando le leggi dello Stato, motivando i loro provvedimentiche sono sempre impugnabili attraverso i rimedi previsti dall’ordinamento – si legge -e le dichiarazioni del leader della Legadelegittimano la magistratura in quanto, in maniera del tutto infondata, alludono al fatto che le sentenze possano essere influenzate da valutazioni politiche».

Poi il richiamo diretto al ministro dell’Interno:«Èlegittimo commentare e anche criticare le decisioni giudiziarie, ma dichiarazioni generiche e allusive, soprattutto se provenienti da chi ricopre incarichi istituzionali, oltre a delegittimare la magistratura non contribuiscono in alcun modo al dibattito pubblico e – conclude l’Anm – a fornire una corretta informazione ai cittadini».

Antonio Mumolo, l’avvocato che ha preso le parti dei due richiedenti asilo, aveva spiegato a Open che «il decreto Salvini non ha negato la possibilità ai richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe, ma abroga semplicemente una procedura semplificata per richiedere la residenza. Bypassando totalmente questo fatto,il ministro dell’Interno ha inviato una circolare a tutti i municipi d’Italia con la quale comunicava che non si poteva più fare».

«Ma la gerarchia delle fonti la smentisce», continuaMumolo. «La legge ordinaria tutt’ora vigente dice che tutti i cittadini stranieri muniti di permesso di soggiorno valido possono ottenere la residenza, a patto che abbiano alle spalle una permanenza nel territorio di più di tre mesi».

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