Spari a Napoli, padre Zanotelli: «Qui lo Stato non c’è» – L’intervista
A Napoli lo Stato non c'è. Parola di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano da anni a Napoli nel quartiere Sanità. Lui, volto etestimonial della lotta decennale per l'acqua pubblica, è proprio qui che vive,in una casa ricavata dal campanile della basilica di Santa Maria della Sanità. In una città dove, lo raccontano le cronache, da 30 anni si spara anche in pieno giorno. Incentro – ma Napoli ha tanti centri, dicono i napoletani – come in periferia.
A vittime designate come a innocenti: l'ultima, la piccola Noemi, 4 anni, che da venerdì scorso lotta tra la vita e la morte dopo che un proiettile le ha attraversato entrambi i polmoni. Secondo le indagini, l'agguato a piazza Nazionale aveva come target un pregiudicato 32enne. Ieri, domenica 5 maggio, una manifestazione, “DisarmiAmo Napoli”, ha visto insieme diversesigle di organizzazioni impegnate a favore della legalità.
Padre Alex Zanotelli, come descriverebbe la situazione a Napoli?
«Per me è molto difficile. Il fatto che sparino per strada e venga colpita una bimba così piccola è segno di degrado. Drammaticamente, è uno dei tanti, terribili avvisi che continuiamo a osservarea Napoli: avvisi che la realtà non va e che c'è una sofferenza enorme che sta crescendo. Ci sono due Napoli: c'è la Napoli "bene" di Chiaia, Posillipo e del Vomero, e quella delle periferie interne ed esterne, da Scampia fino a Ponticelli. Due Napoli che non vogliono incontrarsi».
Di chi è la responsabilità?
«La borghesia napoletana ha enorme responsabilità. E poi c'è un enorme responsabilità da parte del governo. Qui lo Stato non c'è, è inutile che ci prendiamo in giro. Non abbiamo bisogno di carità. Non abbiamo bisogno di una manciata di euro alle associazioni.Abbiamo bisogno che lo Stato intervenga a livello strutturale, altrimenti anche lo sforzo che facciamo come realtà di base è solo qualcosa che copre e tappa i buchi, ma chenon tocca le radici.
E per radici intendo: lo Stato deve esserci. E lo Stato non c'è a Sud, non ci prendiamo in giro. Ora poi con l'avanzata dell'idea di un'autonomia differenziata delle regioni, con un Sud già martoriato e che ha già pagato pesantemente con tutti i governi. Il Sud ha votato in massa i 5 Stelle, ma mi sembra che questo governo del sud non ne voglia sapere. Ed ecco checominciamo a veder la gravità della situazione».
Ciro Fusco/Ansa | Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a Napoli, nel quartiere Sanità dove si è soffermato davanti alla statua dedicata a Genny Cesarano, vittima innocente di camorra camorra. Con lui il padre di Genny, Antonio Cesarano, 3 maggio 2019
Di cosa ci sarebbe bisogno?
«Prima di tutto di un intervento serio a livello scolastico. È quello che preoccupa di più a Napoli e nelle periferie: questi ragazzini, prodotto di una società consumistica. Queste famiglie napoletane avevano dei bellissimi valori ma ora si vedono gli effetti di questi 30 anni di televisione berlusconiana. Qui nelle case, Canale 5 e Rete 4 sono sempre accesi. I ragazzini crescono solo con un'idea: fare soldi e al più presto.
Napoli è diventata nel frattempo la più grande piazza di spaccio d'Europa. La marjiuana è fenomeno di massa e su questo il territorio fa i soldi. Ed è qui che si innesta il fenomeno delle sparatorie. Lo Stato deve investire nella scuola. Non posso accettare in un rione di 50mila abitanti di avere come unico istituto superioreil Caraccioloche ora è stato accorpato a un'altra scuola.
Abbiamo saputo che il 50% degli studenti è scappato – evasione scolastica – e nei primi due anni di scuola d'obbligo sono stati bocciati il 74% degli studenti. Ci vogliono scuole aperte fino alle 8 di sera e professori preparati a questo tipo di ragazzi. Ci vogliono i fondi, altrimenti avremo città invisibili. Questi episodi ci ricordano il malessere grave dei rioni di questa città».
Il ministro Salvini dice che ha mandato 137 nuovi soldati a Napoli nell'ambito dell'operazione Strade sicure.
«Da questo governo ho vistosolo parole. Salvini è molto bravo a dire bugie. Voglio dire: non mi interessano i poliziotti. Mi interessano altri investimenti. Per esempio alivello strutturale continuiamo a chiedere, qui al Rione Sanità, un paio di vigili: non per fare le multe, sono stanco di questa repressione, ma per educare la gente. È una giungla girare per le strade. E poi c'è la questione del lavoro: questi ragazzi non hanno futuro e l'unica via che troveranno è quella della pistola. Servono Stato e politica, altrimenti diventerà impossibile vivere in queste città».
Ciro Fusco/Ansa | Padre Alex Zanotelli nel corteo a Napoli per la manifestazione "Prima le persone", contro ogni forma di razzismo e discriminazione, 4 maggio 2019
Ci sono anche segnali positivi, come quello dato dalfiglio del boss Piccirillo, che ieri in piazza ha detto: «La camorra è una montagna di merda».
«È stato molto bravo. Mi ha impressionato per il fatto che abbia parlato di valori etici e di società. Io sono prete e missionario in questo rione: è importante che quelle parole siano state dette da un giovane. Anche come Chiesa dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo: grossi sforzi, ma non basta. Nel rione Sanità stiamo lottando da tempo per avere un campo da gioco. Ce ne sono 4,tutti chiusi. Si parte anche da questo».
In copertina Ciro Fusco/Ansa | Padre Alex Zanotelli, Napoli, 23 ottobre 2018.