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Di Maio: «Da noi chi sbaglia è fuori in 30 secondi. La Lega faccia lo stesso con Siri»

07 Maggio 2019 - 18:10 Redazione
Il vicepremier tira dritto sul caso del sottosegretario alle Infrastrutture indagato per corruzione ma, esattamente come Salvini, assicura che «non ci sarà crisi di governo»

«Da noi chi sbaglia è fuori in 30 secondi. Fate altrettanto»: questo è l’appello di Luigi Di Maio a tutti i partiti. Anche alla Lega«affinché facciano lo stesso con Siri e non si arrivi alla conta domani nel consiglio dei Ministri». L’ordine del giorno della conferenza stampa («Alla luce degli arresti compiuti stamattina che hanno coinvolto anche alcuni politici e dei recenti casi di corruzione emersi») convocata a Montecitorio dai due ministri 5 Stelle Di Maio e Bonafede era stato piuttosto diretto, tanto da irritare gli alleati di governo.

Il capo politico M5Sha paragonato questo periodo alle inchieste del 1992: «Diamo occasione di redimersi anche ai partiti che non hanno votato la legge ‘spazzacorrotti’in parlamento. Non bastano solo le leggi per contrastare la corruzione: forse siamo gli unici in questo momento storico ad approvare questo principio. Ci aspettiamo una reazione delle forze politiche, contro una Tangentopoli mai finita».

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Poi il nuovo affondo alla Lega da parte di Di Maio: «In queste settimane ci sono parlamentari della Lega che mi hanno detto che sono favorevoli alle dimissioni di Siri». Il ministro della Giustizia Bonafede non è entrato nel merito delle recenti inchieste ma ha detto che «i tempi di reazione della politica devono essere più rapidi di quelli della giustizia. Ciascuna forza politica si assuma le proprie responsabilità».

Poco prima, dagli studi televisivi della trasmissione Matrix, Matteo Salvini aveva detto: «Mi sembra evidente che con M5s ci sia una spaccatura e non solo su questo. C’èuna differenza di vedute sulla tav, sull’autonomia, sull’immigrazione. Siamo tutti nelle mani del buon Dio ma grazie alla volontà della Lega e di Salvini continuerà ad esserci il governo anche per i prossimi anni».

«Io non sto considerando crisi di governo. Non faremo cadere il governo per un’inchiesta» ha spiegato il capo politico M5S che non ritiene necessario ricorrere al comitato di conciliazione – strumento previsto dal contratto di governo e mai utilizzato – perché secondo Luigi Di Maio «non ci sono temi previsti nel contratto su cui non siamo d’accordo con la Lega».

I due vicepremier continuano ad assicurare che non ci sarà alcuna crisi di governo e in maniera specularealternano comizi di piazza e ospitate in televisione in cui si rispondono a distanza. Domani mattina alle 9.30 si vedranno a palazzo Chigi, per la soluzione del caso Siri.

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