Libia, incontro tra Conte e il premier libico Sarraj a Roma
Martedì 7 maggio, il premier del governo di accordo di unità nazionale libico, FajezAl-Sarraj, ha incontrato alle 8.30 il premier italiano Giuseppe Conte aRoma. Dopo l’Italia, il leader libico andrà aBerlino in visita a Angela Merkel,prima di spostarsia Londrae a Parigi, dove si incontrerà con Emmanuel Macron.
Fayez Sarrajha inaugurato in Italia un tour lampo dell’Europa per assicurarsi di non trovarsi isolato di fronte all’offensiva del generale Khalifa Haftar. Questa risposta diplomatica avvienenei primi giorni del Ramadan che, secondo i piani dell’ONU, dovrebbe segnare l’inizio di una tregua in Libia.
L’ultima volta i due premier si erano incontrati a margine della conferenza Ue-Lega Araba di Sharm el Sheikh. Il mese scorso, inun’intervista congiunta al Corriere Della Sera e a Repubblica, Sarraj aveva allertato che a causa degli scontri 800 mila migranti erano pronti a imbarcarsi per l’Italia.
Le tensioni in Libia hanno origini profonde: in seguito della caduta del Raʾīs Muammar Gheddafi nel 2011 la Libia è rimasta in uno stato di equilibrio precario. Un Paese spaccato che ha visto nel 2015 la formazione di due governi, da una parte quello della Tripolitania del beniamino della comunità internazionale, Fayez Al-Sarraj, dall’altra quello di Tobruk, presieduto da Haftar, che da gennaio ha lanciato una controffensiva alla volta di Tripoli.
Dall’inizio degli scontri a Tripoli, il numero delle vittime si è alzato a 432 e quello dei feriti a 2.062, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Circa 50 mila persone sono state sfollate a causa della violenza, ha dichiarato l’organizzazione.
Quello tra Conte e Sarraj erastato previsto come un accordo discreto, infatti non era stata programmata nessuna conferenza congiunta al termine del confronto. Il tema centrale dell’incontro tra i due è stato probabilmente il sostegno italiano al governo libico internazionalmente riconosciuto, e il cessate il fuoco richiesto dall’Onu in occasione del Ramadan.
Haftar, dal canto suo, non si è mostrato in alcun modo propenso ad abbassare le armi. «Continuiamo la battaglia contro il terrorismo», ha affermato il 6 maggio il generale della Cirenaica,«le nostre precedenti battaglie contro il terrorismo a Bengasi e Derna non si sono fermate: in realtà siamo diventati più determinati e potenti in questo mese sacro».