Casal Bruciato, la sindaca Raggi difende il diritto alla casa dei rom. Insulti dai residenti
É arrivata su un’auto bianca la sindaca della Capitale Virginia Raggi, nel quartiere della periferia est, Casal Bruciato, dopo le proteste per l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di etnia rom formata da 14 persone. I malumori sono iniziati già lunedì, con la compiacenza di Casapound che si é fatta portavoce della protesta.
La sindaca é arrivata scortata da un cordone della polizia ma questo non é stato sufficiente a placare gli animi dei residenti del quartiere che l’hanno accolta con urla e insulti mentre lei si dirigeva all’interno del cortile dell’abitazione di via Satta 20.
Contestazioni analoghe se non più violente quelle che hanno accolto la prima cittadina all’uscita. A contestarla tanto le organizzazioni di estrema destra presenti quanto i residenti che le hanno urlato insulti sessisti e inviti a non tornare.
Uscendo, la sindaca ha dichiarato che la famiglia resterà nella casa assegnatale: «Questa famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini.
Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere».
Il Vaticano
La famiglia rom ha ricevuto anche la visita del vescovo ausiliario di Roma, mons. Giampiero Palmieri, e del direttore della Caritas, Don Ambarus. Il primo ha consegnato ai nuovi assegnatari l’invito del Papa all’udienza dedicata al mondo rom fissata per domani: «Domani il Papa incontrerà il mondo dei rom, noi li abbiamo invitati la sera quando la chiesa di Roma incontrerà il Papa a San Giovanni. Non sappiamo se verranno ma sono stati molto onorati dell’invito. Ora sono molto spaventati , ha spiegato il vescovo all’uscita».
Don Ambarus ha invece riferito che la famiglia gli ha confidato la speranza di poter resistere nell’alloggio assegnato dopo 20 anni di attesa: «Siamo spaventati, speriamo di resistere», avrebbero detto.