Impresa ad Anfield: il Liverpool ribalta il Barcellona e vola in finale di Champions League
Dopo cinque anni, non ci sarà una spagnola in finale di Champions League. Il Liverpool fa l’impresa e, con due doppiette di Origi e Wijnaldum, cancella il 3-0 dell’andata. Per la nona volta nella storia, i Reds sono all’ultimo atto della competizione più importante per club: se il Tottenham superasse l’Ajax questa sera, la finale del primo giugno a Madrid sarà tutta inglese. Non accadeva dal 2008. Senza Firmino, senza Salah, il Liverpool era dato per spacciato: una settimana prima, al Camp Nou, il Barcellona aveva battuto la squadra di Jurgen Klopp 3-0. Tutto il mondo parlava dell’ennesima impresa di Leo Messi, al suo 600esimo gol in carriera, dopo quel match candidato numero uno per la vittoria non solo della Champions, ma anche del Pallone d’Oro. Ma quello che il calcio dà, il calcio toglie. E bastano 90 minuti per sgretolare una (quasi)certezza.
Fa più male, oggi, il gol che agli sgoccioli della partita d’andata Dembéle si è divorato al 97′ solo davanti ad Alisson. Il portiere, che la scorsa estate ha lasciato la Roma per 62,5 milioni di euro più bonus, è l’unico testimone in campo che, senza maglia blaugrana, ha vissuto due rimonte incredibili. Il 7 maggio difende la porta dell’Anfield nel 4-0 che ribalta il 3-0 dell’andata a Barcellona. Dopo 392 giorni, lo psicodramma catalano si ripete: il 10 aprile 2018 la remuntada andò in scena all’Olimpico e il portiere brasiliano indossava la maglia della Roma, con un 3-0 che annullava il 4-1 del Camp Nou. La legge del contrappasso calcistico per una squadra che, nelle ultime tre edizioni della Champions, ha l’onore di aver giocato le tre partite più inaspettate: nel 2017 fu il Barcellona a rifilare la sua epica rimonta per 6-1 che eliminava il Psg, vittorioso all’andata al Parco dei Principi per 4-0. Erano gli ottavi, l’anno scorso con la Roma i quarti, e ieri con il Liverpool la semifinale.
Il Liverpool ha giocato una grande partita senza due dei suoi giocatori più forti. Origi al 7′, la doppietta, nella ripresa, del subentrato Wijnaldum in soli due minuti, e l’ultimo, pesantissimo gol al 79′ sempre di Origi: un calcio d’angolo battuto d’astuzia, la difesa del Barcellona colpevole di disattenzione, palla in rete e la leggendaria curva Kop che sommerge di urla e canti Leo Messi e gli spaesati compagni. La squadra di Klopp, per due anni di fila, raggiunge dunque il match decisivo per alzare la Coppa dalle grandi orecchie. L’anno scorso non ci fu partita contro il Real Madrid: 3-1 e terza Champions consecutiva. Quest’anno il Liverpool potrà riprovarci, contro l’Ajax che riporta sulla scena il bel calcio olandese o contro i rivali del Tottenham.