La memoria difensiva di Siri: «Condotta lecita e politicamente doverosa»
La carriera di Armando Siri nell’esecutivo gialloverde è arrivata al termine dopo la revocadel sottosegretariodecisa dal premier Giuseppe Conte, ma la sua difesa è appena cominciata. Nella memoria difensiva redatta dal suo legale, l’avvocato Fabio Pinelli, l’ormai ex sottosegretario ai Trasporti – tornato a essere senatore -prova a farvalere le sue ragioni.
Secondo quanto riportato nel documento, Siri non avrebbe mai ricevutoné da Paolo Arata né da chiunque altro«promesse di pagamento o dazioni di denaro» in relazione alla sua attività di senatore della Repubblica odi sottosegretario. Promesse che se fossero pervenute, Siri avrebbe«rifiutato con sdegno».
Ogni rapporto avuto con Arata, professore e imprenditore nel settore dell’eolico, sarebbe quindi avvenuto in quanto portavoce e rappresentante del Consorzio dei produttori di Energia da minieolico ed esperto di rango in materia ambientale. Per la difesa, le istanze portate avanti da Siri in sede politica avrebbero avuto, quindi, come unico scopo quello di fare gli interessi del governo e dei cittadini.
L’ex sottosegretario ha dichiarato tramite il suo legale di aver dato la sua piena disponibilità alla magistratura, consegnando tutti gli scambi di messaggi telefonici, di posta elettronica con Arata, oltre ai propri movimenti bancari e finanziari.