Tangenti in Lombardia, l’enfant prodige di Forza Italia Tatarella: «Sono innocente ma mi dimetto»
«Sono innocente, le contestazioni che mi sono state mosse sono infondate, ma ho deciso di dimettermi dal Consiglio comunale». Sono le parole, affidate al suo legale, l'avvocato Luigi Giuliano, di Pietro Tatarella, il consigliere milanese, ex vice coordinatore regionale di Forza Italia (sospeso ieri) e candidato alle Europee arrestato nella maxi inchiesta della Ddacon l'accusa di corruzione.
Nell'interrogatorio davanti al gip Raffaella Mascarino ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere per potere analizzare, come ha chiarito il legale, tutti gli attiSecondo i magistrati, Tatarella era a libro paga di un imprenditore vicino aun clan di 'Ndrangheta. In cambio dei soldi – 5mila euro al mese più una serie di altre utilità – Tatarella avrebbe messo a disposizione la propria rete di contatti per facilitare l'aggiudicazione di appalti pubblici e lavori privati.
Tatarella, si legge nelle carte dell'ordinanza, avrebbe messo l'imprenditore «in contatto con primari, vertici amministrativi regionali e di Amsa s.p.a. (l'azienda dei rifuti),indicandogli, di volta in volta, i soggetti politici destinatari delle illecite erogazioni, accreditandolo, quindi, presso detti ambienti, gli assicurava, così, un “canale preferenziale” con la pubblica amministrazione in vista della partecipazione a gare pubbliche».
Nei prossimi giorni proseguiranno gli interrogatori e in particolare quelli degli indagati finiti ai domiciliari. Tra loro, il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretariodella Regione Lombardia(sospeso dalla carica), che sarà sentito venerdì al settimo piano del Tribunale.