Quando CasaPound ospitava gli amici nazisti: le foto
La casa editrice Altaforte, legata, a CasaPound è stata esclusa dal Salone del libro. Il suo proprietario, Francesco Polacchi, che alcuni giorni fa si è definito «fascista», ha commentato la decisione dicendosi sorpreso: «Non so perché è stata fatta questa richiesta. Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri», ha detto. Quel che è certo è che con quel mondo che Polacchi, a sua volta esponente del partito, dice di non avere nulla a che fare, CasaPound ha avuto contatti, che possiamo mostrarvi attraverso queste foto.
Nella foto sopra riportata troviamo un ragazzo di spalle con una felpa riportante la scritta «National, Revolutionär, Sozialistisch» e il dominio web Der-dritte-weg.info. Una scritta in lingua tedesca di fronte al Colosseo, una felpa di un partito politico chiamato Der III. Weg, un gruppo violento guidato da un’ideologia di estrema destra neo-nazista.
In un articolo del sito nazista tedesco del gennaio 2019, si racconta della visita romana alla sede degli amici di CasaPound dove hanno scattato diverse foto. Una di queste, sempre sopra riportata, è stata fatta sul tetto della sede del partito romano.
Nelle foto, sia in esterna che in interna, è presente anche Olena Semenyaka, una delle principali protagoniste dei circoli neo-nazisti ucraini.
Ricercando online scoviamo altre foto di Olena insieme ad altri membri di CasaPound come Sébastien de Boëldieu. Eccolo taggato in una foto di gruppo scattata durante la prima conferenza Paneuropea, dove vennero radunati i gruppi di estrema destra filo-ucraini, organizzata il 28 aprile 2017 a Kiev,
La seconda conferenza si era tenuta il 15 ottobre 2018, dove figura come relatore Andrea Palladino di CasaPound. In entrambi gli eventi erano presenti anche i rappresentanti del partito tedesco neo-nazista Der III. Weg.
Durante il soggiorno a Roma, i rappresentanti di questo partito avevano partecipato, insieme ad altri camerati, alla commemorazione delle vittime della Strage di Acca Larenzia, dove vennero uccisi i giovani attivisti del Fronte della Gioventù di fronte alla sede del partito di estrema destra MSI, Movimento Sociale Italiano.
Nell’articolo pubblicato sul blog del partito tedesco ci sono diverse foto scattate nella sede romana di CasaPound, dove possiamo notare alcuni simboli rappresentativi del periodo fascista e all’arte futurista. Gli stessi membri del partito tedesco definiscono CasaPound «faschistischen».
Incontri, amicizie e alleanze affatto nuove tra gruppi di estrema destra, alcuni dichiaratamente di ideologia nazista, tutti elementi che certamente non giovano alla figura del partito italiano dove vi sono membri si dichiarano apertamente fascisti.
Il «fascismo» cacciato dal Salone del libro
Le polemiche relative all’esclusione della casa editrice Altaforte al Salone del libro di Torino non accennano a placarsi. Si parla tanto del libro su Matteo Salvini, ma soprattutto di Francesco Polacchi e dei suoi precedenti: espulsioni, allontanamenti, aggressioni e una condanna in primo grado per i fatti di Piazza Navona. Polacchi, secondo la sentenza pronunciata nel 2017, avrebbe aggredito un uomo colpendolo alla testa facendo perdergli i sensi, un uomo che a causa dell’aggressione subita è stato operato successivamente per un ematoma al cervello a Parigi. Quel giorno, a Roma, c’erano anche i ragazzi di Blocco studentesco, l’organizzazione giovanile di CasaPound.
L’esclusione dal Salone del libro viene sostenuta dal fatto che lo stesso Polacchi si sia dichiarato fascista, un fatto non tollerato da parte dell’amministrazione regionale piemontese e torinese. «Torino è antifascista», gli aveva risposto la sindaca Chiara Appendino, ma non è l’unica ad aver reagito. Infatti, la presenza della casa editrice del fascista di CasaPound non è piaciuta ad altri autori ed editori che hanno deciso di boicottare l’evento.
Foto dal profilo Facebook di Francesco Polacchi, presente a destra durante una manifestazione di CasaPound.
Il 4 maggio, nella pagina Facebook del Salone del libro era stato pubblicato un lungo post dove gli organizzatori giustificavano la presenza della casa editrice vicina a CasaPound, citando la Legge Scelba e la legge Mancino per sostenere la propria posizione: «Materia della magistratura, quindi, è giudicare se un individuo o un’organizzazione persegua finalità antidemocratiche. È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri». C’è stato poi il cambio di rotta da parte degli organizzatori, che hanno rescisso il contratto e fatto rimuovere lo stand della casa editrice vicina al partito di estrema destra.