La cannabis legale nuoce gravemente alla criminalità organizzata? Lo studio
Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha minacciato di chiudere i negozi di cannabis light in nome della lotta alla droga. Questo nonostante la cannabis legale – legalizzata con una legge del dicembre 2016 – contenga livelli di Thc molto bassi (non superiori all’0,2%)e non sia veramente assimilabile alla sostanza stupefacente, tuttora illegale in Italia.
Ma siamo sicuri che criminalizzando anche la cannabis light non si dia una mano alla criminalità, che il ministro è chiamato a contrastare? Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientificaEuropea Economic Reviewè esattamente così: nei punti vendita dove sono stati aperti i negozi di cannabis light, la vendità e l’ acquisto della cannabis illegale sarebbero diminuiti. Con buona pace alla criminalità.
Lo studio – frutto di una collaborazione tra Vincenzo Carrieridell’Università della Magna Grecia di Catanzaro con iricercatori Leonardo Madio dell’ateneo di Louvain in Belgio e Francesco Principe dell’Erasmus School of Economics di Rotterdam – si basa sui dati mensili delle forze dell’ordine nelle aree dove sono stati aperti i negozi di cannabis leggera. Luoghi in cui i sequestri di marijuana illegale e dell’hashish si sarebbero ridotti rispettivamente del 14% edell’8%.
In calo anche il numero di arresti per spaccio (circa 3%). Per la criminalità – organizzatae non – l’apertura dei negozi di cannabis legale avrebbe comportatouna perdita economica tra i90 e i 170 milioni di euro.Va meglioai produttori e ai commercianti di cannabislegale in Italia, un settore in che in Europa attualmente ha un fatturato di 12 miliardi di euro.