L’Independent: «L’Italia non firma l’appello per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050», ma Palazzo Chigi smentisce
La riunione del Consiglio europeo attualmente in atto a Sibiu in Romania, dove si trova anche il premier italiano Giuseppe Conte, è stata convocata con lo scopo di discutere del futuro dell’Ue dopo la Brexit, prevista per l’ottobre del 2019. Ma, sull’onda delle proteste ambientaliste del movimento studentesco Fridays for Future e di Extinction Rebellion, alcuni Paesi hanno sottoposto al Consiglio anche un documento in cui chiedono un’azione più risoluta e radicale per contrastare il cambiamento climatico.
Il documento intitolato «Un Paese pulito per tutti», ottenuto dal quotidiano britannicoThe Independent,chiede all’Ue di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050 al più tardi e di potenziare i cosiddetti contributi nazionali determinanti, ovvero gli obiettivi climatici che le nazioni si sono date per evitare che le temperature terrestri superino la soglia dei 2 gradi centigradi in più rispetto agli anni ’90. In media i Paesi membri dell’Ue, compresa l’Italia, hanno accettato di ridurre le emissioni di gas del 40% entro il 2030, in linea con questo obiettivo.Ma potrebbe non essere abbastanza.
Come sostenuto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ente consultivo delle Nazioni unite, in un recente rapporto, un aumento delle temperature superiore a 1,5 gradi centigradi potrebbe comportare dei danni irreparabili per il nostro ecosistema. Il documento presentato da diversi Paesi europei – Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Svezia, Spagna e i Paesi Bassi – prima del Consiglio europeo chiede quindi di aumentare gli sforzi in questa direzione per evitareil peggio.
Tra le varie proposte a cui fa riferi- al di là dell’obiettivo di azzeramento dei gas serra entro il 2050 – nel documento si parla della necessità di integrare maggiormente la produzione energetica a livello europeo e di accelerare la transizione a un’economia verde, con maggiori investimenti nell’industrie con un basso livello di emissioni. Per far questo, i Paesi firmatari chiedono all’Unione europea di mettere da parte circa un quarto del suo budget annuale.
La Germania, insieme alla Polonia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca aveva provato a bloccareun piano per le riduzioni di gas serra del 95 percento, presentato a un recente summit Ue a Bruxelles. Il nuovo boicottaggio porta, oltre alla firma della prima economia per dimensioni in Europa (la Germania), anche quella dell’Italia. Per il momento non sono note le motivazioni.
The Independent|Il documento sul Clima e il futuro dell’Europa
Contrariamente a quanto riportato dal quotidiano britannico The Independent, la presidenza del consiglio dei ministri ha fatto sapere che nel corso del vertice informale di Sibiu, tra i capi di Stato e di Governo dell’Ue, «non è stato presentato nessun documento né è stata adottata nessuna decisione in nessun settore, quindi neppure sul clima, considerato che appunto si trattava di un vertice informale».
«Uno degli Stati membri, la Francia, ha sollevato il problema delle emissioni di gas serra- si legge nella nota di Palazzo Chigi – proponendone l’azzeramento entro il 2050. Con l’occasione è stata avviata un’approfondita riflessione sul tema, sul quale sarà presa una decisione soltanto al prossimo Consiglio europeo del 20-21 giugno».
L’iniziativa francese è giudicata positivamente dal governo italianoche «lavorerà per raggiungere la migliore soluzione possibile e si impegnerà, allo stesso tempo, affinché l’Unione europea trovi una posizione unitaria tra i 27 Stati membri».