Salone del Libro, Pif: «Se Altaforte esiste lo deve alla lotta partigiana»
C'è anche Pif - al secolo Pierfrancesco Diliberto – tra gli ospiti mattutini della seconda giornata del Salone Internazionale del Libro di Torino, dove l'affluenza pare notevolmente aumentata rispetto all'esordio di ieri, 9 maggio. Il conduttore, attore e regista (ma anche scrittore) è stato ospite dell'Arena Robinson, lo spazio del Lingotto Fiere gestito dal quotidiano La Repubblica.
Titolo dell'incontro: «Di mestiere faccio l'attore», una chiacchiera informale sul suo percorso lavorativo, dalle origini al successo raggiunto con il programma Il Testimone, che lo ha consacrato nell'olimpo dei personaggi televisioni. Poi il suo romanzo, …che Dio perdona a tutti. Interessante la scelta d'abito: t-shirt verde con scritto: «Padania in not Italy».
A margine dell'evento Pif ha incontrato i fan venuti a trovarlo per una foto o un autografo. «Siete così tanti che quasi mi sento il ministro dell'Interno. Ma fondiamo un partito tutti insieme», dice. A chi gli chiede se è contento che la casa editrice Altaforte sia stata allontanata dal Salone, e con lei anche lo stand che è stato smantellato, risponde: «Se lui (Francesco Polacchi, editore di Altaforte, ndr) può pubblicare libri fascisti lo deve alla lotta partigiana che è stata fatta». E prosegue: «Lo deve a chi ha pagato col sangue. Il popolo antifascista ha deciso, è avvenuto quello che doveva avvenire naturalmente».