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Salvini a Conte: «Sui rimpatri dei migranti devi fare di più». Il M5s: «Competenza tua, non fare lo gnorri»

10 Maggio 2019 - 20:14 Angela Gennaro
Il leader della Lega scrive al premier e al ministro degli Esteri: sui rimpatri «serve azione di tutto il governo». Duro il Movimento 5 Stelle: «Non aveva detto che avrebbe rimpatriato 600mila migranti in un mese?»

Matteo Salvini prende carta e penna e scrive al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, mettendo in conoscenza anche il collega di governo, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, per sollecitare un’azione collegiale per stipulare nuovi accordi bilaterali.

Si parla di rimpatri dei cosiddetti “migranti irregolari”. Rimpatri che spesso saltano per problemi logistici: i costi delle operazioni e l’assenza dei necessari accordi bilaterali di riammissione con i paesi di origine – fatta eccezione, per esempio, per Marocco, Tunisia o Nigeria. Ecco il testo della lettera, datata 8 maggio.

La risposta dei colleghi di governo del Movimento 5 Stelle non è conciliante: «Salvini scrive a Conte per chiedergli un salto di qualità sui rimpatri? Ma per favore, sono di sua competenza, non faccia lo gnorri», replicano fonti del Movimento 5 stelle.

«Il fatto che abbia scritto a Conte e Moavero è come una dichiarazione di fallimento. Si prenda anche lui le sue responsabilità. Non aveva detto che avrebbe rimpatriato 600mila migranti in un mese?».

Sul caso della nave Mare Jonio, che ha sbarcato 30 persone a Lampedusa 30 persone salvate in acque internazionali al largo della Libia – e sequestrata dalla Guardia di Finanza, sequestro che dovrà essere eventualmente convalidato dalla procura di Agrigento – il governo si era invece mostrato compatto: Conte confermava di approvare la notizia del sequestro.

«Le decisioni che sono state prese come sempre sono di tutto il governo», assicural’altro vicepremier, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. «La cosa positiva è che questa nave è stata sequestrata un’altra volta, spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo, facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va».

I numeri dell’immigrazione in Italia

I numeri. Proprio il terreno su cui lo scontro tra Lega e grillini si era già consumato neanche due settimane fa e proprio su quei 600mila. Salvini, per la prima volta, aveva smentito che in Italia ci fosse quasi mezzo milione di irregolari in Italia: «Il numero massimo stimabile» dal 2015, diceva il ministro, è di 90mila persone.

Non le 500-600mila di cui si è sempre parlato. Dal 2015, secondo il leader della Lega, sono sbarcati 478mila migranti: 268mila hanno lasciato l’Italia e sono «presenze certificate in Paesi Ue e altri 119mila sono in accoglienza in Italia». Quelli di cui non c’è traccia sono 90mila: «Un numero molto più basso rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni».

In realtà la cifra 500 mila è scritta proprio nel contratto di governo tra Lega e 5 Stelle. «Ad oggi – si legge – sarebbero circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul nostro territorio e, pertanto, una seria ed efficace politica dei rimpatri risulta indifferibile e prioritaria». Dall’inizio del 2019 a oggi i migranti sbarcati in Italia dovrebbero essere 857. Secondo i dati del Sole 24 Ore ben 710 migranti sono stati rispediti in Italia soltanto dalla Germania.

https://twitter.com/emmevilla/status/1124225481539244032

Alla ricerca degli accordi bilaterali

Nel 2019 in Italia «i rimpatri superano gli arrivi», sostiene ora Salvini nella lettera a Conte e a Moavero. «Ma è ben chiaro che il problema travalica i confini nazionali e deve essere affrontato a livello generale, prevedendo dei meccanismi di condizionalità vincolante nelle relazioni coi Paesi terzi, tanto a livello Ue che sul piano bilaterale».

Ecco perché, è il ragionamento del vicepremier, «è necessario un vero e proprio salto di qualità nella politica estera italiana nella sua collegialità, investendo profili di natura economico-commerciale e di politica estera tout court, ambiti che naturalmente travalicano le competenze del mio Dicastero».

Una politica comune europea è ancora lontana, spiega Salvini. «Ti sarò pertanto grato per quanto l’Esecutivo nel suo complesso saprà fare a sostegno dell’azione iniziata dal Dicastero dell’Interno», dice a Conte e Moavero.

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