A Firenze il primo indeterminato per i rider. I sindacati: «Sono lavoratori subordinati»
Busta paga, ferie, malattia, infortunio, tempo indeterminato. Quella che sembrava una lotta contro i mulini a vento sta pian piano dando i propri frutti. Dopo mesi di impasse governativa sulla questione dei rider, qualcosa si sblocca.
Non in tutta Italia, certo, ma almeno a Firenze: grazie a un accordo tra l’azienda Laconsegna srl e le rappresentanze locali Cgil, Cisl e Uil, 20 dipendenti verranno assunti a tempo indeterminato con tutti i diritti e le tutele del contratto nazionale. E l’impresa promette di farli diventare 10 volte di più.
Non più retribuzione a consegna, dunque, ma stipendi basati sulle ore effettivamente lavorate. Un ingresso a gamba tesa del sindacato nel mondo del precariato, con una firma che fa piazza pulita della certezza che fare il rider sia un «lavoretto»o«un lavoro autonomo». I fattorini in scooter o in bici, siglano le rappresentanze, sono dipendenti subordinati e come talivanno inquadrati e retribuiti.
Quale contratto per i rider
L’accordo prevede l’applicazione del contratto collettivo nazionale della logistica. Come spiegato da Gabrio Guidotti della Flit-Cgil Toscana, il contratto formulato è l’esito di mesi di lavoro, serviti a «rielaborare un integrativo mirato».Nonostante il contratto nazionale del settore merci «avesse inserito una modifica che comprendeva i rider»,questa non era «mai sfociata in un accordo» concreto.
In questo modo, la messa in regola dei dipendenti può coprire fino a 39 ore settimanali, come previsto dal contratto della categoria merci, logistica e spedizioni. Ma la quantità delle ore lavorate può essere rivista anche a ribasso, fino a toccare un minimo di 10 a settimana. Clausola indispensabile per andare incontro anche agli studenti-lavoratori che non sono alla ricerca di un impegno full time e che, in largo numero, si avvicinano al mestiere del rider.
«Per i rider delle piattaforme si tratta del primo contratto regolare a livello nazionale», ha spiegato il responsabile nazionale del settore merci Cgil, Michele De Rose. «Significativo anche perché è l’unico tagliato sulle loro misure».
Niente di nuovo sul fronte governativo
Si smuovono i sindacati ma non il tavolo promesso da Luigi Di Maio ancor prima di muovere i primi passi nel Governo del Cambiamento. Le ultime parole pronunciate a fine aprile dal vicepremier avevano aperto gli orizzonti a immediati provvedimenti già all’interno della legge sul salario minimo – o addirittura nel dl crescita. Aspettative lungamente disattese che non hanno convinto i lavoratori, impegnati nello stesso periodo in diversi scioperi sul territorio nazionali.
«La norma sui rider è pronta», aveva detto il leader del Movimento 5 Stelle, che negli ultimi giorni ha rilanciato con un: «I lavoratori del terzo millennio avranno finalmente più diritti e tutele». Per ora l’unica conquista è stata portata a casa in maniera autonoma nei diversi comuni e regioni. Una catena di eventi mossa dalla sentenza della Corte d’Appello di Torino dello scorso febbraio, che stabilì il diritto dei fattorini a una retribuzione calcolata sul quinto livello del contratto nazionale della logistica (usato nell’accordo di Firenze).