Altaforte presenta il libro su Salvini. L’autrice: «Io come gli scampati ai campi di concentramento»
Ennesimo caso al Salone del libro. Questa volta i contendenti sono Chiara Giannini, autrice del libro intervista su Matteo Salvini ed edito dalla controversa casa editrice Altaforte, e il collaboratore della casa editrice Feltrinelli che oggi ha intonato Bella Ciao quando la scrittrice si è fermata davanti allo stand della casa editrice. «La signora Inge Feltrinelli è morta da un anno e non mi è sembrato proprio il caso di venire a fare propaganda davanti alla sua fotografia. È stata una provocazione», ha spiegato il collaboratore.
«Ho intonato Bella Ciao perché sono un antifascista, sono un democratico – ha aggiunto – Penso che abbiano sbagliato a escluderli, ma non sono d'accordo di venire a provocare davanti a Feltrinelli e di mettersi davanti a Inge. Io la conoscevo». «Questa è la democrazia, viva la democrazia», ribatte Chiara Giannini di fronte alle persone che intonano la canzone partigiana.
Ma se il Salone del Libro non li ha voluti, hanno ripiegato sulla sala conferenza del Golden Palace Hotel, uno dei più lussuosi alberghi torinesi. Ci sono tutti: l'editore Francesco Polacchi, il direttore editoriale Andrea Antonini e, appunto, l'autrice Chiara Giannini.
Poi il legale della scrittrice, ma anche esponenti politici della scena di oggi, come il capogruppo di FdI al Comune di Torino, Roberto Rosso. E di quella di ieri, come l'ex parlamentare in quota An Massimo Corsaro. La sala è piena, c'è gente in piedi che segue la presentazione del testo più discusso dell'ultima settimana, Io, Matteo Salvini. Intervista allo specchio, edito da Altaforte, la casa editrice vicina a Casapound.
«Siamo una casa editrice che tratta qualsiasi tematica, anche quelle scomode. Per noi ogni persona libera che voglia pubblicare un testo è benvenuta», dice Antonini, mentre mostra il libro incriminato. E prosegue: «siamo sovranisti e non ce ne vergogniamo».
La palla passa a Polacchi: «Abbiamo subito accolto la proposta della giornalista Giannini. E devo ammetterlo, sapevo in anticipo che un testo del genere avrebbe creato un certo profitto per la casa editrice. Ma Salvini, come ha già dichiarato e come confermo, non percepirà un euro dagli incassi. Perché non ha un contratto con noi».
«Al Salone hanno preso il libro di Cesare Battisti, sui terroristi e non prendono il mio?», esordisce la giornalista e scrittrice Giannini. «C'è chi vuole mettere a tacere il ministro dell'Interno perché la Lega sta crescendo esponenzialmente».
Il paragone coi campi di sterminio
Poi l'affondo: «Massimo rispetto per gli scampati ai campi di concentramento, è un capitolo della storia vergognoso e che mi addolora moltissimo. Loro hanno subito una restrizione della loro libertà, la stessa che sto subendo io – ha continuato -. Non ho fatto niente di male, ho semplicemente pubblicato un libro con una casa editrice che può piacere o non piacere. Credo sia veramente vergognoso che un piccolo gruppo di personaggi italiani vogliano imporre il loro punto di vista sugli altri: è veramente assurdo»
Le parole dell'autrice non hanno mancato di scatenare reazione sui social network, come il commento della politologa Sofia Ventura che ha polemizzato con Giannini sul tema delle «restrizioni della libertà».
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