Palazzo occupato, gli inquilini difendono il cardinale: «Se lo denunciano, ci autodenunciamo»
Telecamere, giornalisti, e occupanti che fanno strada attraverso il palazzo, spiegando come funziona l'occupazione abitativa, le attività culturali, tra auditorium, palestra popolare e restauro reliquie religiose. È il day after per lo Spin Time Labs, il palazzo romano occupato a due passi da San Giovanni e da Piazza Vittorio, diventato famoso per l'intervento dell'elemosiniere del Papa, padre KonradKrajewski, che ieri sera, domenica 12 maggio, ha riattaccato "motu proprio" la corrente elettrica staccata una settimana fa.
Stamattina, lunedì 13 maggio, Areti (la società di Acea che gestisce la distribuzione dell'energia elettrica)ha presentato un esposto contro ignoti per allaccio abusivo e conseguente furto di energia:«Nel caso in cui l'elemosiniere del Papa venisse denunciato, siamo pronti ad autodenunciarci tutti», assicura Andrea Alzetta di Spin Time. «Il Cardinale Krajweski ha obbedito al Vangelo:ha guardato prima ai bisogni delle persone che soffrono. La legalità se non è collegata alla giustizia sociale è un contenitore vuoto».
Il palazzo «è occupato dal 2013, nell'ambito di quello che è passato alle cronache come lo Tsunami tour», spiega Fabrizio Nizi: no, niente a che fare con Beppe Grillo, ma una serie di occupazioni portate avanti quell'anno dai movimenti per la casa nella Capitale. Ora a Spin Time Labsabitano 185 famiglie, tra le 400 e le 500 persone. «Dentro è nato anche un progetto di accoglienza rivolto ai rifugiati, a donne e studenti, per ricollocazione, ricerca, aiuto per il lavoro, da tre anni».
Il legame col Vaticano
E il buon rapporto col Vaticano nasce dalla presenza di suor Adriana Dominici (la stessa che ha telefonato all'elemosiniere del Papa per segnalare la situazione): all'interno dell'occupazione c'è anche un laboratorio di restauro di reliquie religiose che arrivano dalle parrocchie: «Corsi, rigorosamente gratuiti, per chi è qui e per le persone esterne, spiega la sorella».
Il palazzo, dice ancora Nizi, «era di proprietà dell'Inpdad fino al 2004. Poi è stato conferito al Fondo immobili pubblici nell'ultima cartolizzazione di Tremonti. Fondo che è della società Investire Sgr, gestita da Banca Finnat di Nattino». Gli occupanti hanno chiesto la voltura delle bollette, assicura, «ma nessuno ha mai risposto. Ora ci sono debiti per 300mila euro. La settimana scorsa, il taglio della luce».