Di Maio accusa: «Fermi sull’autonomia differenziata perché la Lega non vuole fare vertici di governo»
«Salvini fa l’offeso. Da un mese chiedo un vertice di governo ma dopo il caso Siri l’ha presa sul personale»: così Luigi Di Maio esordisce in Senato alla conferenza stampa di presentazione di un emendamento M5S al decreto Calabria sulle nomine nella sanità (in discussione in commissione Affari Sociali alla Camera).
Nonostante le “buone” intenzioni dei due vice-premier – che a parole dicono di volere abbassare i toni – ogni giorno parte un nuovo attacco. Di Maio aggiunge anche di essere «preoccupato per il clima da anni 70 che vede nel Paese» dopo le recenti rimozioni di striscioni di protesta e il sequestro di cellulari.
«Nel contratto di governo c’è scritto che dobbiamo togliere la sanità dalle mani dei partiti. Quindi la Lega approvi nel pomeriggio il nostro emendamento sulle nomine nella sanità e poi potremo parlare di autonomia differenziata» dice il capo politico M5S toccando uno dei temi più cari al partito di Salvini.
Sia il governatore del Veneto Zaia, sia diversi esponenti di governo leghisti hanno ribadito più volte che senza l’autonomia regionale, il governo giallo-verde è destinato a finire.
«Io ero pronto un mese fa sull’autonomia, ma senza una riunione di governo non si può procedere» sostiene Di Maio, accusando Matteo Salvini di “sfuggire” a questo confronto.
Versione opposta a quella leghista. Solo ieri il ministro per gli Affari regionali, Stefani, aveva spiegato: «Il progetto di autonomia è pronto da mesi, basta che Di Maio lo legga e non faccia perdere altro tempo».
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