Il neosindaco 5s di Castelvetrano: «Voglio ridare dignità a questa città»
Le ultime elezioni a Castelvetrano sono una storia da manuale delMovimento 5 Stelle. Un uomo estraneo alla politica decide di fare qualcosa per «restituire dignità alla città» in cui vive. Si candida alle comunali in un momento di totale sfiducia dei cittadini nei confronti della classe dirigente (i sondaggi parlavano di un 56,4% favorevole al prolungamento del commissariamento), e, portando avanti gli «ideali universali» di partecipazione, ambientalismo e onestà, vince. Al ballottaggio, ma vince.
Ma la vittoria di Enzo Alfano, è questo il nome del neosindaco pentastellato, può contare su una narrazione che non è solo retorica. Castelvetrano è in dissesto finanziario, reduce da due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose deciso dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti. Ed è a Castelvetrano che nasce Matteo Messina Denaro, latitante vicino a Cosa Nostra. Una figura ingombrante, che continua a gettare ombre sull’intera area deltrapanese.
«Io qui non ci sono nemmeno nato, sono di Sant’Angelo Mucchisano», ha detto Alfano a Open nei pochi minuti che lo separano dall’incontro con Luigi Di Maio. «Io di questa città sono innamorato, l’ho scelta. E ora che incontrerò Di Maio so già cosa mi dirà: che la nostra lista ha fatto un ottimo lavoro, e che l’ha fatto da sola».
Alfano è arrivato nel comune nel lontano 1996 per la direzione del Banco di Sicilia. «Qui ho messo su famiglia e qui voglio che i miei figli crescano. Non potevo più stare a guardare mentre il posto in cui viviamo andava in rovina».
Cosa significano queste elezioni per Castelvetrano?
«Ora che sono sindaco, noi cittadinisiamo sindaci tutti insieme. Alla gente ho chiesto un voto di partecipazione, non di delega. La gente dovrà partecipare conoscendo i nostri obiettivi.
Sono orgoglioso dei castelvetranesi, perché questo rappresenta un voto di svolta, di cambiamento, di riscatto. Sono stato votato da tutta la città, non soltanto da una certa periferia. E significa che tutta la città cerca il cambiamento, anche se, devo ammetterlo, sto iniziando a sentire l’onere della mia responsabilità! (ride, ndr).
Sarà sicuramente complicato e difficile perché siamo un comune dissestato finanziariamente. I miei cittadini sono al corrente delle condizioni in cui versiamo, e sono chiamati a partecipare attivamente ogni giorno per risolvere i problemi».
Come sono stati gli ultimi due anni di commissariamento?
«Il nostro è un paese particolare, ha dato i natali a Messina Denaro e alla sua famiglia. Oltretutto, qualche settimana fac’è stato l’arresto di un candidato sindaco (Luciano Perricone, ndr) e di diversi politici, con tanto diritiro di due liste a lui vicine (“Le ali per Castelvetrano” e “Castelvetrano futura”).
Ma Castelvetrano è dei castelvetranesi, e loro tengono alla propria dignità. Non ne possono più di essere catalogati in questo modo. Noi possiamo e dobbiamo ripartire dalla cultura. È da lì che dobbiamo partire per il nostro riscatto».
Che significa portare avanti una politica antimafia in un comune come Castelvetrano?
«Significa proprio questo. Fare cultura. La politica antimafia e anti-corruzione(che è un altro cancro italiano) si mette in moto facendo formazione. Nelle scuole, negli uffici. I dipendenti pubblici dovranno imparare a riconoscere quegli atteggiamenti che annidano in sé il male e la corruzione.
E, una volta imparato, potranno segnalarli a me in maniera anonima. Bisogna fare attività di prevenzione: io sono stato un bancario, voglio mettere a disposizione della comunità tutto quello di cui sono a conoscenza».
Lei è alla prima esperienza politica in assoluto. Perché ha scelto di unirsi al Movimento 5 Stelle?
«Il Movimento porta con sé dei valori universali. Io non ho mai fatto politica in vita mia e pensavo che non avrei mai avuto una casa politica. Ma loro parlano di comunità, di ambiente, di onestà: aspetti a cui tutti dovremmo tendere.
Ho potuto partecipare a queste amministrative con una libertà di pensiero che nessuno può immaginare. Nessuno dei portavoce del Movimento mi ha mai dato indicazioni o messo paletti. Io Caselvetrano l’ho scelta, nessuno me l’ha imposta. Non ce la facevo più a stare a guardare».
Nel video dei suoi ultimi comizi si vede sul palco una componente giovanile importante. È davvero così?
«La partecipazione giovanile è eccezionale. Mi hanno aiutato nella comunicazione, mi sono stati vicino ogni giorno con la voglia di fare politica. Di questo sono davvero felice, perché il futuro è loro. Non è una frase fatta. Noi abbiamo portato in piazza i giovani anche e soprattutto con attività culturali slegate dal Movimento. E vogliamo che lì ci restino».
Foto copertina: Facebook Enzo Alfano