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Da Legnano a Rixi, le inchieste giudiziarie che fanno litigare Lega e M5S

17 Maggio 2019 - 22:36 OPEN
La "tangentopoli lombarda" e gli arresti di Legnano sono solo le ultime due di una serie di inchieste che mettono malumore nel governo gialloverde, tra queste anche il processo che vede imputato il viceministro Edoardo Rixi. «Se condannato, dovrà lasciare», ha già precisato Di Maio

La “tangentopoli lombarda” e gli arresti di Legnano, sono solo le ultime inchieste giudiziarie che fanno litigare Lega e Movimento 5 Stelle. Per Luigi Di Maio, i leghisti dovrebbero mettere alla porta il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, arrestato insieme al suo vice Maurizio Cozzi e all’assessore Chiara Lazzarini, entrambi di Forza Italia. Lunedì 20 maggio sono previsti gli interrogatori di garanzia.

«Fortunatamente i tempi di tangentopoli sono passati e non esiste la “presunzione di colpevolezza”. Per gli elementi che ho a disposizione su queste tre persone, non ho visto mezzo reato. Lasciamo che la giustizia faccia bene il suo corso». È stata la risposta di Matteo Salvini.

È in arrivo anche la sentenza del processo che vede imputato il viceministro leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Il pm ha chiesto per lui 3 anni e 4 mesi nel processo “spese pazze” dei consiglieri liguri. «Se condannato, dovrà lasciare», ha detto Di Maio.

Mentre fonti del M5S hanno precisato: «Se pensano che dopo le elezioni cambierà qualcosa e che con la minaccia di far cadere il governo il M5S accetterà di tenersi un condannato nell’esecutivo, continuano a non capire il valore dell’anti-corruzione per il Movimento».

Secondo i grillini, a Salvini brucia ancora la ferita di Armando Siri, sospeso dall’incarico per l’inchiesta su una presunta tangente da 30 mila euro. «Con Salvini non posso dire che è tutto tranquillo perché loro hanno preso sul personale la questione di Siri. Ma non è una questione personale», ha ammesso Di Maio ospite ad Agorà.

Non ultima a pesare nello scontro, l’inchiesta sulle tangenti in Lombardia che ha portato all’arresto di 43 persone tra cui esponenti di spicco di Forza Italia, partito storicamente vicino alla Lega e che vede indagato anche un pezzo da 90 del Carroccio: il governatore Attilio Fontana.

«Non entro nel merito, ma ogni giorno le cronache ci parlano di nuove inchieste per tangenti», ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S). Meno diplomatico il capogruppo leghista Riccardo Molinari che ha ammesso: «Andare avanti è molto complicato», proprio perché secondo Molinari «Di Maio sta usando il tema delle inchieste per una propaganda elettorale».

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