Tragedia piazza S. Carlo, 10 anni di carcere alla banda dello spray al peperoncino
Giugno, 2017. La Juventus ha già vinto Scudetto e Coppa Italia. Ora manca solo un trofeo per replicare il Triplete conquistato dall'Inter nel 2010: la Champions League. La sera del 3 giugno i tifosi sono radunati davanti ai maxischermi di piazza S. Carlo a Torino.
All'improvviso, il caos. Gente che corre, persone che restano schiacciate: 1.692 feriti e due morti. Ora c'è una sentenza di primo grado che, in attesa dei prossimi gradi di giudizio, stabilisce cosa è successo quella sera. Una banda di ragazzi avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino per scatenare il disordine e rapinare le persone mentre scappavano.
La giudice per l'udienza preliminare Maria Francesca Abenavoli, al termine di un processo con rito abbreviato, ha inflitto 10 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione a Sohaib Bouimadaghen, Hamza Belghazi e a Mohammed Machmachi. Rispettivamente 21, 20 e 21 anni.
L'accusa è quella di omicidio preterintenzionale, morte di un soggetto come conseguenza non prevista di lesioni personali. Una pena leggermente inferiore è stata inflitta a Aymene El Sahibi, considerato autore di un numero minore di furti. Per lui 10 anni, 3 mesi e 24 giorni.
L'avvocato Basilio Foti è uno dei difensori dei ragazzi, è lui a commentare la decisione della giudice: «Mi aspettavo qualcosa di diverso e di meglio e rimango convinto della nostra ricostruzione dei fatti: non ci fu la rapina all'origine della tragedia. Leggeremo le motivazioni e faremo appello. Questa non è giustizia».
Cosa è successo in piazza S. Carlo
Mentre le immagini della partita scorrevano una dopo l'altra, si scatena il panico. Qualcuno inizia a correre, sembra un attentato. La folla si muove disordinata. Scappa verso le uscite della piazza. I corpi cadono uno sull'altro e vengono schiacciati. 1692 rimangono ferite, due donne muoiono, Erika Pioletti e Marisa Amato, per le lesioni riportate.
È il periodo in cui gli attacchi con lo spray al peperoncino fanno sempre più notizia. La modalità, portata avanti da diverse bande, è sempre la stessa. Situazioni affollate, qualche spruzzo nell'aria, la fuga e il caos.
L'obiettivo è sempre lo stesso: rubare. Sfruttare la confusione generale per strappare collane d'oro, togliere portafogli dalle tasche. I casi frequenti, soprattutto ai concerti. Se lo ricordano i fan di Ghali, Elisa e Sfera Ebbasta.
Le critiche, all'inizio, sono tutte per l'amministrazione comunale. Poca sicurezza, vie di fuga non garantite. Il 22 giugno 2018 la sindaca di Torino Chiara Appendino e altri 14 indagati, fra cui l'ex questore Angelo Sanna, vengono rinviati a giudizio dalla procura di Torino.
Il 22 marzo 2018 sempre la giudice Maria Francesca Abenavoli conferma nell'udienza preliminare che i capi di accusa contestati dalla procura di Torino sono validi. Il processo di primo grado può cominciare. Le accuse contro l'amministrazione torinese sono di disastro, lesioni e omicidio colposo.