Alle 16 il Cdm, tutti contro tutti. Salvini: «Di Maio come Renzi». E lui: «Sei nel pallone»
Convocato per questo pomeriggio un Consiglio dei ministri che rischia di trasformarsi in un redde rationem per il governo. Matteo Salvini ci porterà il decreto sicurezza bis, Luigi Di Maio il decreto famiglia: ma nessuno sa se i veti reciproci bloccheranno l’uno e l’altro dei provvedimenti. L’attacco di Giorgetti al premier Conte («Non è più super partes») ha reso incandescente l’attesa. Conte ci ha pensato su, poi a fine mattinata ha risposto tagliente, «C’è una grammatica costituzionale: se si mette in dubbio l’imparzialità e l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono innanzitutto il Consiglio dei ministri e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su Facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità».
Il riferimento alla diretta social di Salvini è evidente, e l’interessato rilancia la polemica: «Ad oggi sono orgoglioso che rispetto ai 10 mila sbarchi dello scorso anno siamo a quota mille. Mi spiace che questo crei uno scontro politico: vale per Renzi come per Di Maio che più o meno dicono le stesse cose in questi giorni ma io continuo a fare il mio lavoro». Devastante, almeno nelle parole, la replica di Di Maio: «Non capisco questa ossessione sui ricollocamenti, fino a ieri andavano bene e oggi che li facciamo per Salvini non vanno più bene. Sta emergendo una verità: ci avviamo a risolvere il problema migranti e la Lega va nel pallone, perché non ha più argomenti. Se i ricollocamenti funzionano loro di che parlano. Ormai sono un disco rotto, monotematici, parlano solo di migranti e quando non sanno che dire la sparano. Mi auguro che dopo il 26 maggio tornino normali».