In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
TECNOLOGIAAndroidCinaDonald TrumpGoogleHuaweiUSA

Google contro Huawei, a rischio Android e Play Store

20 Maggio 2019 - 10:08 Valerio Berra
Secondo l’agenzia di stampa Reuters Google sarebbe in procinto di sospendere gli accordi commerciali con Huawei

Plot Twist, colpo di scena. Quando lo sviluppo del mercato degli smartphone pareva seguire una direzione chiara, con un’ascesa quasi verticale di Huawei, un’anticipazione di Reuters scompagina tutta la trama. Secondo l’agenzia di stampa britannica, Alphabet, la holding di cui fa parte Google, starebbe per sospendere ogni accordo commerciale con Huawei. La mossa di Alphabet è la diretta conseguenza di una scelta presa dall’amministrazione Trump. Il 16 maggio Huawei Technologies è stata inserita ufficialmente nella blacklist di compagnie su cui verranno applicate forti restrizioni per lavorare con le aziende statunitensi.

Un portavoce di Google ha dichiarato: «Ci stiamo adeguando all’ordine e valutando le implicazioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti». La guerra fredda della tecnologia continua, e il nuovo capitolo sembra ancora più complesso dei precedenti. Anche Huawei ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, e non sembra che voglia alzare bandiera bianca. «Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, coprendo sia quelli già venduti sia quelli in stock a livello globale»

Le conseguenze sul mercato degli smartphone

L’occhio va subito verso la tasca. Nel 2018 Huawei ha superato Apple nella classifica dei maggiori produttori di smartphone al mondo. I dati del primo quadrimestre del 2019 segnano per il colosso di Shenzen una quota di mercato del 19% contro l’11,7% di Cupertino. In cima c’è ancora Samsung, con il suo 23,1%. In Italia la quota di mercato è ancora più alta: 27,7%. In pratica, uno su tre. Ma cosa succederebbe a tutti questi dispositivi con il blocco di Google? I problemi riguarderebbero soprattutto gli smartphone che verranno prodotti nei prossimi anni dalla casa di Shenzen.

I nuovi device non potrebbero più utilizzare la versione supportata da Google del sistema operativo Android. Non poco, ma le conseguenze del blocco potrebbero essere ancora peggiori. Il rischio infatti è quello di chiudere già da subito l’accesso degli smartphone Huawei al PlayServices di Google, una scelta che impedirebbe di usare le app proprietarie di Google, come Maps, Gmail e YouTube. A queste condizioni molti utenti potrebbero abbandonare il marchio cinese.

Fork, una via di fuga possibile

Nel panorama degli smartphone il sistema operativo Android è quello più diffuso al mondo. Nel secondo trimestre del 2018 ha raggiunto una quota di mercato pari alll’88%. Uno dominio quasi assoluto davanti all’11,9% di iOS, il sistema operativo di Apple. Con il blocco di Trump Hauwei non perderebbe totalmente la possibilità di accedere alla versione di Android supportata da Google ma potrebbe continuare a usare quella open source. Il colosso di Shenzen quindi dovrebbe prendere il codice Android reso disponibile da Google agli sviluppatori e costruire una versione personalizzata.

Un fork, in gergo. Questo sistema però non renderebbe comunque possibile accedere alle app Google, visto che non sono coperte dalle licenze della versione open source di Android. L’impatto non sarebbe molto sentito nel mercato cinese, visto che le app Google sono bandite. Le conseguenze più pesanti sarebbero sullo scenario europeo e nordamericano.

Non solo Android, il problema con i chip

A rischio non c’è solo il sistema operativo. Secondo Bloomberg sul banco c’è anche tutta la parte hardware. I costruttori di chip come Intel Corp, Qualcomm, Xilinx e Broadcom avrebbero chiesto ai loro ingegneri di non continuare a sviluppare i progetti con Huawei fino a nuovo avviso.

La risposta della Cina

Huawei è una delle aziende più importanti della Cina, con un fatturato che nel 2018 ha superato i 100 miliardi di dollari. Per questo il portavoce del minsitro degli esteri LuKang ha rilasciato una nota ufficiale: «Confermeremo formalmente la questione e monitoreremo ulteriormente lo sviluppo della situazione. La Cina sostiene le compagnie cinesi nel ricorso alle armi legali a difesa dei loro diritti legittimi». In attacco anche la stessa Huawei che ha già dichiarato di non avere intenzione di rispettare il blocco: «Huawei ha dato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo».

Leggi anche:

Articoli di TECNOLOGIA più letti