Huawei, time out fino ad agosto. Ma dopo?
Niente aggiornamenti Android, niente Gmail, niente YouTube e niente Maps. Dopo le prime anticipazioni di Reuters sembrava che per gli smartphone Huawei non ci sarebbe stato molto da fare. Con il blocco di tutto l’ecosistema Google, per il colosso di Shenzen i mercati fuori dalla Cina si sarebbero trasformati. Da quei terreni fertili che hanno permesso all’azienda di crescere ed espandersi a delle lande inospitali, da cui ritirarsi al più presto.
Poi le anticipazioni sono diventate dichiarazioni ufficiali e ora c’è un calendario un po’ più chiaro di quello che succederà tra Google e Hauwei. Certo, parlare solo di aziende non è del tutto corretto. Lo scontro tra i due è la diretta conseguenza di un conflitto più ampio: quello tra Cina e Stati Uniti. Pechino contro Washington, Donald Trump contro Xi Jinping, la Silicon Valley contro i nuovi distretti industriali. È la guerra fredda della tecnologia. E non sembra che si fermerà a breve.
La licenza temporanea fino ad agosto
I problemi sono due: l’aggiornamento alle nuove versioni di Android, il sistema operativo per smartphone sviluppato da Google, e l’accesso alle app proprietare di Mountain View: fra tutte Maps, YouTube e Gmail. Entrambi sono stati messi in discussione dalla scelta del governo degli Stati Uniti di inserire Huawei Technologies nella blacklist delle aziende con cui non commerciare.
Il Commerce Department degli Stati Uniti ha rilasciato una licenza per lasciare altri tre mesi di tempo a Huawei. Fino al 19 agosto 2019 tutti i telefoni acquistati prima del 16 maggio potranno ricevere gli aggiornamenti e accedere al Play Service di Google. Non è ancora chiaro cosa succederà scoccato questo termine, sia ai dispositivi venduti prima della deadline che quelli distribuiti dopo.
Wilbur Ross, segretario al Commercio sotto l’amministrazione Trump, ha spiegato il motivo di questa scelta: «La licenza garantirà agli operatori il tempo necessario per fare altri accordi e al nostro dipartimento per definire le misure appropriate per le aziende di comunicazione americane e straniere che attualmente utilizzano dei prodotti Huawei per servizi critici».
Il rischio per il mercato e il lancio del Mate X
Questa licenza temporanea definisce anche l’intervallo di tempo che hanno Huawei e il governo degli Stati Uniti per decidere cosa fare. Huawei dovrà capire se è davvero possibile continuare a vendere telefoni senza più contare sul supporto di Google per Android, e il governo degli Stati Uniti dovrà chiarire se questa è solo una tattica per spaventare Pechino o se è intenzionato a proseguire sulla strada del blocco.
In ogni caso a rischio non c’è solo il mercato degli smartphone ma anche un settore nascente: quello dei foldable. I telefoni pieghevoli, presentati da Samsung e Huawei a inzio febbraio, sembravano essere la prima grande novità sul mercato degli smartphone dall’arrivo degli iPhone. Il Samsung Galaxy Fold ha dovuto rimandare il lancio dopo i problemi riscontrati nei primi modelli distribuiti ai giornalisti. A queste condizioni non è chiaro se e quando il suo rivale, Huawei Mate X, vedrà la luce.
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