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Radio Radicale, l’appello: «Lasciate accesa la speranza»

21 Maggio 2019 - 16:39 Angela Gennaro
L'appello, ai presidenti della commissioni Finanze e Bilancio della Camera dei deputati, arriva dall'ospedale da Roberto Giachetti

«Lasciate accesa la speranza». L’appello, ai presidenti della commissioni Finanze e Bilancio della Camera dei deputati, arriva dall’ospedale dove è ricoverato Roberto Giachetti, deputato del Pd in sciopero della fame e della sete da cinque giorni.

La richiesta è che vengano ammessi gli emendamenti dichiarati inammissibili questa mattina 21 maggio. Le modifiche al decreto Crescita avrebbero dovuto prorogare la convenzione, scaduta ieri, che è poi la principale fonte di sostentamento di Radio Radicale.

Lo sciopero della fame e della sete

«Rimane la speranza per i ricorsi che portino a un dibattito parlamentare la prossima settimana e alla proroga della convenzione», dice Giachetti in collegamento dalla clinica nel corso di una conferenza stampa alla Camera a cui hanno partecipato anche l’editore di Radio Radicale, Maurizio Turco, l’amministratore delegato Paolo Chiarelli e il direttore dell’emittente, Alessio Falconio. «Qualsiasi cosa accada è importante che la radio non
sia spenta domani». Dopo 43 anni di servizio.

Tutto è in mano ai presidenti delle Commissioni Carla Ruocco del M5S e Claudio Borghi della Lega, dice il deputato Ps: «tengano accesa la fiammella della speranza, tenendo conto anche delle indicazioni dell’Agcom», l’Autorità garante delle Comunicazioni, sul «valore della radio come servizio pubblico».

Giachetti, già radicale, continua lo sciopero anche dall’ospedale, almeno fino alla scadenza delle 19 di oggi quando si dovrebbe conoscere il destino degli emendamenti. «Le mie condizioni sono quelle di uno che non mangia e non beve da cinque giorni, ma non preoccupanti come quelle di Radio Radicale». Ha fatto 78 giorni di sciopero della fame il radicale Maurizio Bolognetti, mentre il consigliere sardo Roberto Deriu ha appena sospeso lo sciopero della fame e della sete perché verrà discussa la mozione a sostegno di Radio Radicale al Consiglio regionale.

Gli emendamenti

Gli emendamenti dell’opposizione, spiega a Open Paolo Chiarelli, «prevedono una proroga di 6 mesi con una copertura di 5 milioni, cioè l’importo attuale per il semestre». Quello della Lega invece prevede una copertura di 3 milioni e mezzo: «Pur essendo una soluzione, ci lascerà molte difficoltà soprattutto col preavviso avuto. Sicuramente, comunque, sarebbe una situazione migliore rispetto alla prospettiva di non avere alcuna proroga».

La richiesta, in generale, di Radio Radicale è quella per il momento di non «interrompere il servizio pubblico», e poi di mettere a bando il servizio, come richiesto anche dalla stessa Agcom. «Pagheremo gli stipendi di maggio, non quelli di giugno», dice Paolo Chiarelli a Open. «Poi però ci saranno le bollette da pagare e i costi fissi e quelli della rete». Costi vivi «che ci danno poche settimane di respiro, dice il direttore Alessio Falconio. «Noi certamente andremo avanti il più possibile».

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