Il decreto sicurezza bis slitta a dopo le europee. Conte: «Non accusate Mattarella di censura»
Dopo giorni di scontri sul decreto sicurezza bis e sul decreto famiglie, due provvedimenti pre-elettorali fortemente voluti da Di Maio e Matteo Salvini, Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto una tregua: il consiglio dei ministri nel quale si sarebbe dovuto procedere con l’esame dei due testi è stato rimandato a dopo le europee.
Secondo il premier Conte – intervenuto davanti alla stampa dopo aver incontrato il presidente della Repubblica Mattarella – i due alleati di governo ora sono allineati: dopo il voto, e l’esito potrebbe avere un peso, si scoprirà se è davvero così. Nel frattempo, tutto è fermo.
La pressione di Salvini, lo stop del Quirinale
A spingere di più sull’acceleratore era stato Matteo Salvini che avrebbe voluto far approvare il decreto sicurezza bis prima del voto per le europee. Il ministro dell’Interno, però, non aveva fatto i conti con i rilievi del presidente della Repubblica al quale non sarebbero piaciuti due passaggi del testo: quello sulle multe per le navi ong che effettuano azioni di soccorso in mare (da 3.500 a 5.500 euro per ogni migrante salvato) e le modifiche al codice della navigazione che avrebbero trasferito le competenze sulle navi ong dal ministero delle Infrastrutture a quello dell’Interno.
Le modifiche al decreto sicurezza bis
Dopo i rilievi di Mattarella il testo è cambiato: le multe per le azioni di soccorso sono state eliminate (sarà multato soltanto chi viola il divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane) e non ci sono più le modifiche al codice della navigazione.
Limature che avrebbero – condizionale d’obbligo – convinto il M5s, o almeno il premier Conte, della bontà del decreto: tutto il Governo – dice Conte – vuole «intervenire sulla disciplina vigente in materia di sicurezza nei mari territoriali e nel territorio, al fine di introdurre misure più efficaci per l contrasto ai traffici irregolari di migranti».
Conte difende Mattarella: «Non si parli di censura»
Prima di lasciare la sala stampa il premier interviene sulle polemiche che hanno coinvolto il presidente della Repubblica Mattarella, accusato di voler ostacolare l’approvazione del decreto sicurezza: «È prassi consolidata che vi sia un’interlocuzione col Quirinale quando si approvano dei decreti legge – dice Conte – ed è per questo che non si può attribuire a Mattarella l’intento di una censura preventiva: questo significa fargli un torto».
Lo scontro fra Di Maio e Giorgetti
Pace fatta, dunque, anche se solo poche ore prima della conferenza stampa di Conte, il sottosegretario Giorgetti (peso massimo della Lega) e Luigi di Maio si erano scontrati a distanza: «Così non si può andare avanti», aveva detto il primo, riferendosi alle liti tra gli alleati. «Qualcuno ha nostalgia di Berlusconi», gli aveva risposto il secondo.
Le parole dei due vicepremier
In serata, i toni si sono fatti più distesi: «Il testo (del decreto sicurezza bis, ndr) è pronto ed è a prova di Costituzione, di Onu, del tribunale supremo di Fazio e Saviano», dice Salvini. «Poi se qualcuno, per motivi non tecnici ma di altra natura, preferisce che venga approvato la settimana prossima, non mi do fuoco».
Pochi minuti dopo, sono arrivate anche le parole di Di Maio: «Condivido le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel sollecitare rispetto per il Capo dello Stato – dice il vicepremier. Ora c’è tutto il tempo di lavorare insieme sui rimpatri, che sono una questione importante da affrontare con determinazione».