I pm della Corte dei Conti: «Formigoni risarcisca 60 milioni di euro»
Secondo i pm, Formigoni e gli altri imputati avrebbero percepito tangenti e altre utilità in cambio di una serie di provvedimenti favorevoli nei confronti della Fondazione Maugeri e dal San Raffaele (la parte del processo che riguardava il San Raffaele è finita in prescrizione). Il meccanismo, per la procura, funzionava così: la Regione Lombardia assegnava dei finanziamenti alla Fondazione Maugeri – punta di diamante della sanità lombarda – a titolo di “funzioni non tariffabili” (fondi che la Regione assegna per attività legate alla ricerca e alla didattica universitaria). Questi fondi – circa 60 milioni di euro – sarebbero tornati a Formigoni e agli altri imputati sotto forma di tangenti e altre utilità (vacanze, ville, ecc).
In cambio, l’ex presidente della Regione avrebbe fatto approvare delle delibere con cui Fondazione Maugeri e San Raffaele avrebbero ottenuto circa 200 milioni di euro di rimborsi pubblici. A Roberto Formigoni sono già stati sequestrati in via conservativa 5 milioni di euro, compresi vitalizi e pensione. In caso di condanna della Corte dei Conti quella cifra potrebbe essere pignorata. Il processo di primo grado era cominciato nel maggio 2014. Il pm Laura Pedio, durante il dibattimento, disse che decine di milioni di euro erano stati sottratti ai malati per «i suoi sollazzi» (riferendosi a Roberto Formigoni).