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La strage di Capaci, 27 anni dopo. Fava contro i ministri: «Vengono a spiegarci cos’è Cosa Nostra»

22 Maggio 2019 - 22:27 Angela Gennaro
Il deputato, figlio del giornalista ucciso dalla mafia, diserterà la cerimonia al carcere dell'Ucciardone, dove si tenne il maxi processo a Cosa Nostra

Sono passati 27 anni dalla strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A Palermo, il cuore delle celebrazioni, a cominciare dall’appuntamento istituzionale che si terrà nell’aula bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai Uno dalle 10.00 del mattino. Ci saranno anche il presidente della Camera Roberto Fico, il premier Giuseppe Conte, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Pasquale Grasso e il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra.

La Nave della Legalità

Ieri, 22 maggio, è partito da Civitavecchia il viaggio della Nave della Legalità che ha aperto le celebrazioni del XXVII anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, nell’ambito della manifestazione #PalermoChiamaItalia. La Nave è salpata con a bordo circa 1.500 studenti diretti verso Palermo dove stamattina si svolgeranno le principali iniziative in memoria dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina.

A salutare la partenza della nave c’è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è intervenuto al Porto di Civitavecchia insieme al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, al Capo della Polizia Franco Gabrielli, al arocuratore Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho. In viaggio insieme agli studenti, Bussetti, Bonafede, Cafiero de Raho, il Capo della Direzione Investigativa Antimafia Giuseppe Governale, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, la Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Sulla Nave, i ragazzi ascolteranno anche le testimonianze di Pietro Grasso e di Nando Dalla Chiesa.

In questi giorni vengono ricordate le parole di Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone. «Nessuno di noi quel 23 maggio di 27 anni fa avrebbe immaginato che un giorno tragico, un giorno di dolore e lutto, sarebbe stato l’avvio di una trasformazione profonda del nostro Paese, l’inizio di un percorso che migliaia di studenti, migliaia di persone hanno da allora intrapreso portando avanti le idee di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e di tutti gli uomini e le donne dello Stato che sono morti per mano della mafia. Vedere ogni anno Palermo “invasa” dai ragazzi che partecipano alle manifestazioni organizzate per l’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio è una gioia immensa».

A Roma

Nella Capitale il presidente della Regione Lazio e segretario del pd Nicola Zingaretti, insieme a don Luigi Ciotti di Libera, ha inaugurato il Parco della Legalità, nato su un’area confiscata al clan Casamonica dove era stata edificata una villa abusiva che, all’indomani di uno sgombero avvenuto nel 2013, era stata completamente vandalizzata.

«A novembre 2018 la Regione Lazio ha abbattuto la villa di 1.000 metri quadrati e subito dopo l’abbattimento, di concerto con il comitato di quartiere Campo Romano, la Giunta regionale ha deciso di realizzare e consegnare ai cittadini un parco pubblico di 2.500 metri quadrati», si legge nella nota della Regione Lazio.

Le polemiche

L’anniversario della Strage di Capaci diventa però anche un caso politico. Claudio Fava, presidente della commissione regionale Antimafia, non parteciperà alla manifestazione nell’aula bunker dell’Ucciardone.

«Preferisco andare a Capaci, nel luogo in cui tutto accadde, preferisco stare assieme a chi non ama le messe cantate sui morti», scrive Fava su Facebook. Il deputato, figlio di Giuseppe Fava, il giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1984, aveva detto nei giorni scorsi: «Il ministro dell’Interno ha il dovere di venire a Palermo per ricordare Falcone, non vorrei però che Salvini trasformasse la sua partecipazione nell’ennesimo comizio. Sono curioso di vedere come il ministro sempre assente dal Viminale, luogo dal quale si coordina la lotta alla mafia, spiegherà quello che ha fatto per contrastarla».

Ora Fava spiega di aver cambiato idea perché hanno trasformato il ricordo del giudice Falcone «nel festino di Santa Rosalia». «Al posto dei vescovi e dei turibolanti che spargono incenso, ci saranno i ministri romani, gli unici che avranno titolo per parlare (con la loro brava diretta televisiva) e per spiegarci come si combatte Cosa Nostra», dice il deputato siciliano. «Cioè verranno loro, da Roma, per spiegarlo a noi siciliani, a chi da mezzo secolo si scortica l’anima e si piaga le ginocchia nel tentativo di liberarsi dalle mafie. La scaletta degli interventi è stata elaborata dai collaboratori del ministro dell’istruzione, che finanzia il festino, dunque viene e parla assieme ai suoi colleghi di governo: gli altri in sala ad applaudire, come si fa a scuola col direttore. Una cerimonia patriottica grottesca. Il mio problema non è che invitino Salvini. Il mio problema è che chiedano a lui di dire e a noi di ascoltare. Fossi io la sorella di Giovanni Falcone avrei chiesto a Salvini di venire e di tacere».

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