Il Brexit Party di Farage, favorito domani, potrebbe allearsi con Salvini e Le Pen
Per le prossime elezioni europee, Nigel Farage non esclude un’alleanza tra il suo Brexit Party e la lega dei sovranisti, l’Alleanza dei Popoli e delle Nazioni presieduta da Matteo Salvini. L’offerta da parte del vicepremier leghista c’è: ai microfoni della BBC Salvini ha pubblicamente dichiarato di auspicare l’entrata dell’architetto della Brexit nel gruppo. Per il momento Farage ha preferito non commentare ma il suo partito, interpellato dal quotidiano britannico The Independent, ha deciso di non smentire l’ipotesi di una possibile alleanza tra i due.
Al lancio del gruppo sovranista di Matteo Salvini, avvenuto l’8 aprile all’Hotel Gallia di Milano, parteciparono soltanto Jörg Meuthen di Alternative für Deutschland (Afd), Anders Vistisen (Dansk Folkeparti) e Olli Kotro (Partito dei finlandesi). Diversi gli assenti di calibro: oltre a Nigel Farage anche Marine Le Pen e il «Salvini ungherese» Viktor Orban, tanto che si era parlato anche di possibili spaccature sul fronte sovranista.
Da allora Salvini è volato in Ungheria, dove si è incontrato con Orban, insieme hanno anche visitato il muro ‘anti-migranti’ costruito al confine con la Serbia. Orban per il momento non sembra intenzionato a lasciare il Partito popolare europeo, primo partito al parlamento europeo, nonostante la sospensione del suo partito dal gruppo. Marine Le Pen invece ha consolidato il sodalizio con Salvini, raggiungendolo sul palco durante il recente comizio per le europee in Piazza Duomo a Milano.
Nigel Farage, l’ex leader del partito indipendentista Ukip, attualmente capo e fondatore del Brexit Party, non è stato altrettanto disponibile. Farage è stato il padre della Brexit e al momento il suo partito è in testa ai sondaggi per le europee nel Regno Unito.
In precedenza Farage aveva deciso di non unirsi al gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà di cui fanno parte Lega e il Raggruppamento nazionale di Marine Le Pen (ex Fronte Nazionale), preferendogli il gruppo a suo giudizio più moderato, l’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, di cui fa parte anche il Movimento 5 Stelle. Adesso però, visto la mancata smentita del suo partito, potrebbe passare dal giallo al verde.